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Proprio come Hachiko: cane attende il padrone per 12 anni e la città lo omaggia

La storia di un cane che attende il ritorno del suo padrone per 12 anni ricorda molto quella di Hachiko e la sua città gli dedica un omaggio.

L’attesa del Pastore (Twitter Trollstoy – Amoreaquattrozampe.it)

La commozione dei cittadini per quanto vissuto in prima persona da Mukhtar pare sia in procinto di divenire sempre più tangibile nei prossimi giorni. Secondo quanto annunciato da un ultimo comunicato – pubblicato su Twitter, lo scorso 8 settembre – il governo della città in cui ha da sempre vissuto l’amorevole fido, protagonista di questa toccante storia, avrebbe già approvato la precedente idea di erigere una statua in omaggio al fedele cagnolone. Il fido non si sarebbe – difatti – mai stancato di aspettare il suo papà umano. La storia di Makhtar quindi, ora visto come un contemporaneo Hachiko, ha già toccato il cuore di molti e si appresta a raggiungerne sempre di nuovi.

Mukhtar proprio come Hachiko: il cane attende il suo padrone per 12 anni, ora la città gli rende omaggio

In diretta da Yalta, una città della Crimea, i suoi abitanti hanno testimoniato di aver notato molte volte il Pastore Tedesco sul lungomare mentre sembrava osservare con malinconia l’orizzonte. Il cane sarebbe rimasto in quel luogo, che si affaccia sulla distesa del Mar Nero, in attesa che il suo umano del cuore facesse ritorno. A tal punto che la città ha deciso ora di rendere omaggio al fedele pelosetto che – prima di salire sul ponte arcobaleno – non ha avuto la fortuna di riabbracciare il suo migliore amico.

L’Hachiko di Crimea (Twitter Trollstoy – Amoreaquattrozampe.it)

Come accade nella reale storia di Hachiko, da cui è stata tratta – nel 2009 – l’omonima pellicola cinematografica statunitense con Richard Gere, Mukhtar ha aspettato per più di metà della sua esistenza la persona con cui aveva condiviso i suoi primi anni di vita. Ed è per tal ragione – come ha riportato la pagina di @trollstoy, su Twitter – “le autorità di Yalta […] stanno discutendo” per procedere con l’installazione di un monumento che prenderà il nome di: “Mar Nero Hachiko“.

Mukhtar ha visto scomparire, da un giorno all’altro, il suo papà umano impegnato – all’epoca – in una missione di salvataggio in mare. L’uomo, che di professione svolgeva quella del bagnino, non sarebbe riuscito a sopravvivere alla potenza delle onde. Si tratta quindi di realizzare una scultura da dedicare al malinconico Pastore Tedesco, che di recente ha attraversato il ponte arcobaleno non riuscendo a incontrare nuovamente gli occhi del suo affetto più caro. Alcune immagini, nel frattempo, che lo vedono con lo sguardo triste e in attesa in un panorama marittimo burrascoso stanno propagandosi in rete in maniera più repentina.

La solitudine del cane (Twitter Trollstoy – Amoreaquattrozampe.it)

Mostrandosi piuttosto favorevoli al futuro innalzamento della statua di Mukhtar – che si affaccerà sul Mar Nero – gli abitanti del posto sperano che in qualche modo entrambi – l’instancabile fido, nella sua attesa, e il suo solidale padroncino – potranno continuare a sentire la presenza dell’altro senza limiti di tempo. D’altronde è stato lo stesso Mukhtar a non perdere mai la speranza nel ritorno del suo coraggioso papà umano.

Giada Ciliberto

Laureata in Lingue, Culture, Letterature e Traduzione e laureanda in Scritture e Produzioni dello Spettacolo e dei Media (cinema) presso "La Sapienza" di Roma. La scrittura rappresenta per me un imprescindibile flusso vitale.  Il mio percorso nella Comunicazione inizia con BEJOUR (Become a journalist in Europe) conclusosi nel 2020, presso il Dipartimento CORIS dell'Università La Sapienza e con la successiva collaborazione con alcune riviste on-line. Tra i miei ulteriori interessi ed esperienze rientrano laboratori di scrittura creativa, di teatro, e altre attività legate alla scrittura per immagini.  Sono dell’idea che le creature del mondo animale sappiano ascoltarci anche quando restiamo in silenzio. In ognuna di loro abita un’anima sensibile, per tal ragione tangibile e meritevole di rispetto. Amo osservare e analizzare ciò che mi circonda, viaggiare senza una meta precisa. Credo nel potere anti-anestetico dell’arte e nell’energia potente e costruttiva che deriva dal lavorare a contatto con la natura e con tutte le persone che non hanno mai smesso di dialogare con il loro bambino interiore. 

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