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Gabbani e il gorilla: quando l’immagine si dimentica dell’etica

Certe volte alcuni pareri possono sembrare un po’ estremisti ed è facile arrivare a pensare: “Va, bè, è un po’ esagerato”. Eppure, quando si parla di principi o di valori, ci sono alcune verità profonde dalle quali non si può prescindere né che possono essere sempre affrontate in modo superficiale, facendo finta di nulla, senza dare il giusto peso ad una determinata situazione. Sottovalutare delle azioni o delle immagini, è come non essere presenti né tanto meno consapevoli delle ripercussioni che potrebbero generare, come ad esempio la banalizzazione della violenza o del fenomeno “baby squillo”.

Lo stesso vale appunto per quanto riguarda il tema della tutela degli animali e soffermandosi qualche istante, ragionando, potremmo arrivare ad una linea comune inderogabile, fondata sul buon senso, partendo da una riflessione sullo sfruttamento dell’immagine, del simbolo e del suo significato, in un immaginario collettivo, potremmo dirlo in modo junghiano del termine.

Una premessa con la quale introdurre la posizione espressa dall’Associazione Italiana Difesa Animali e Ambiente (AIDAA), che in un post ha criticato l’immagine che il cantante Francesco Gabbani, vincitore del Festival di Sanremo e ora agli Eurovision, offre degli animali, ricordando che “avere cura degli animali, proteggerli il più possibile è un dovere”.

“Speriamo che il signor Francesco Gabbani stasera eviti di presentarsi alla puntata del festival europeo della canzone con la finta scimmia. Di idioti che usano gli animali per fare spettacolo e che li irridono ce ne sono già troppo per aggiungercene un altro e per giunta in eurovisione.Abbiamo ancora davanti agli occhi le scimmie torturate dai vivisettori, quelle costrette in mezzo mondo a esibirsi in costumi indecenti o come avviene nei paesi dell’oriente incatenati e costrette a esibirsi con folli copricapi. Se Francesco Gabbani tiene alle scimmie ed in generale agli animali, stasera si esibisca senza il suo partner travestito da scimmia e lanci un messaggio pubblico a tutta l’Europa contro lo sfruttamento degli animali sia nello spettacolo che nella vivisezione”, sottolinea Lorenzo Croce, presidente Aidaa, puntualizzando che “se Gabbani sarà coraggioso lo applaudiremo altrimenti valuteremo altre strade prendendo nota che purtroppo si allunga sempre più la lista degli idioti che fa carriera sfruttando ed irridendo gli animali di cui Gabbani è uno di quelli più in vista”.

Ecco allora che il significato assume senso, ovvero: è facile criticare la posizione espressa da Croce, ma è anche bene ricordare quanto il tema dello sfruttamento degli animali ai fini dell’intrattenimento sia ancora acceso più che mai ed esibire in questo modo un primate, anche se finto, potrebbe sicuramente portare ad una banalizzazione dell’argomento. Sarebbe giusto in questo caso ricordare che in alcune parti del mondo ci sono ancora le scimmie e gli orsi ballerini. L’immaginario collettivo non tradisce e iniziare a dare un’altra immagine degli animali, quella reale, sarebbe un bel passo in avanti, per insegnare a rispettarli.

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