Ci sono storie che sembrano uscite da un film, quando la realtà supera la fantasia, e questa è proprio una di quelle.
Ci sono piccole abitudini che diamo quasi per scontate, e che poi, se le guardi bene, raccontano qualcosa, come un amore che non sa arrendersi.
È quello che accade ogni mattina, alle 7.30 spaccate, quando un cane bianco dal passo lento attraversa la strada e si infila nel bar del paese, proprio come faceva con il suo proprietario. Lui non c’è più, ma Giorgio sì e continua a tornare lì dove sono stati felici.
Prima che il paese si svegli del tutto, Giorgio entra, si infila sotto “quel” tavolo e resta lì. Non abbaia, non chiede nulla, non disturba. Si mette in silenzio, immobile, come se aspettasse un segnale che soltanto lui sarebbe capace di riconoscere.
Una ventina di minuti, non uno di più, e poi si alza e se ne va da solo, sempre nella stessa direzione. Nessuno lo accompagna, nessuno lo ferma. È un momento suo.
I clienti lo conoscono bene. Molti ricordano le sue mattine allegre, quando stava attaccato alla sedia del suo umano mentre lui sorseggiava il caffè e scambiava due parole con gli amici. Ora, quando Giorgio arriva, tutti si ammutoliscono per un attimo.
Lo guardano accomodarsi nello stesso punto, come se il tempo non fosse passato. Fa male e intenerisce allo stesso tempo.
La comunità si è accorta di questo rituale già dal giorno successivo alla scomparsa del suo proprietario. All’inizio pensavano fosse un caso poi è diventata una routine. Nessun giorno saltato, Giorgio segue quel percorso con una precisione che spiazza. Forse perché è l’unico modo che ha per sentire che non lo ha perso del tutto.
C’è chi lo accompagna per qualche metro, chi gli lascia una carezza sulla testa, chi lo osserva da lontano per assicurarsi che nulla gli succeda sulla strada. Nessuno osa interrompere quel gesto, perché tutti hanno capito che quei venti minuti sono il suo modo di tenere vivo un legame che non sa spezzare.
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Giorgio era arrivato anni fa dal canile, adottato da un uomo che lo aveva portato con sé ovunque: al mare, in montagna, in vacanza. Un cane affettuoso, socievole, uno di quelli che si ti conquistano subito il cuore. E quando perdi l’unica persona che per te ha significato tutto, l’istinto ti riporta dove l’hai sentita l’ultima volta.
Questa è una cosa che capita spesso: alcuni animali si chiudono, altri cercano disperatamente i luoghi condivisi con chi hanno amato. Giorgio appartiene a questi ultimi e il paese lo ha capito.
Nessuno sa per quanto tempo continuerà così. Forse finché non sentirà che è pronto a lasciar andare, o forse mai. Ma ogni mattina, quando si infila sotto quel tavolo vuoto, ricorda a tutti noi che l’amore degli animali non finisce. Rimane lì, fedele, ostinato, capace di superare tutto.
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