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Leone Cecil: dentista-killer voleva uccidere anche un elefante di grossa taglia

Una notizia che ha fatto e sta facendo il giro del mondo, per cui si sono mobilitate anche numerose celebrità del mondo del cinema internazionale che hanno espresso il loro sdegno sui social, condannando la caccia ai felini.

All’indomani dello pseudo pentimento del dentista di Bloomington, nel Minnesota, Walter Palmer che ha ucciso il leone Cecil, un esemplare di 13 anni, simbolo del parco di Hwange nello Zimbawe, corrompendo delle guardie che lo hanno aiutato a far uscire l’animale dalla riserva (clicca qui), il quotidiano britannico The Telegraph riferisce che Palmer dopo Cecil avrebbe dovuto uccidere anche un elefante.

E’ quanto è emerso dalla confessione di Theo Bronkhorst, uno dei due cacciatori locali corrotti da Palmer per far uscire fuori dal parco Cecil. Bronkhorst è stato ascoltato dagli inquirenti ed è uscito su cauzione. Adesso rischia 15 anni di carcere per non avere impedito una caccia illegale.
Bronkhorst, accusato da Palmer di essere il vero responsabile di tutta la situazione, ha confidato che “questa caccia è andata male fin dall’inizio. Quando è arrivato il signor Palmer aveva perso il suo bagaglio e abbiamo impiegato parecchio tempo per cercalo. Quindi siamo partiti piuttosto tardi, con il sole alto. Abbiamo trovato una carcassa di elefante e l’abbiamo trascinata e spostata nell’erba alta e l’abbiamo usata come esca. Poi siamo saliti su un albero in un nascondiglio”.

LA MORTE DI CECIL

Il cacciatore ha poi descritto le modalità in cui si è svolta quella drammatica caccia che ha portato alla morte di Cecil: “Si è avvicinata una leonessa, seguita da un enorme esemplare maschio (Cecil). Era un animale magnifico. Il cliente lo ha colpito con arco e frecce, e lui è scappato nell’erba alta”. Successivamente, i cacciatori sono tornati a casa per la notte e il giorno dopo si sono recati nuovamente sul posto per ultimare il loro lavoro: “Abbiamo trovato l’animale ferito e Palmer lo ha finito”. Una sofferenza per Cecil durata 40 ore.

A quel punto, Bronkhorst spiega di essersi accorto del collare GPS: “Ero sconvolto, non avevo visto il collare di notte. Così presi dal panico lo abbiamo portato via. Avrei dovuto chiamare le autorità del parco, invece abbiamo preso il trofeo (la pelle e la testa dell’animale) per il quale il cliente aveva pagato”.

CACCIA ALL’ELEFANTE

Non contento di ciò, Palmer, secondo Bronkhorst “voleva un elefante con una zanna di almeno 30 chili, qualcosa che solo un grande esemplare può avere. Gli ho risposto che non sarei stato in grado di soddisfare la sua richiesta e così il giorno successivo ha deciso partire per Johannesburg”.

ESTRADIZIONE E PROTESTE

Se da una parte lo Zimbabwe ha avviato la procedura per chiedere agli Stati Uniti la sua estradizione, negli Usa, l’Agenzia per la protezione della fauna, Fish & Wildlife Service, ha reso noto di voler verificare le circostanze della tragica morte del felino.

Al contempo è stata avviata una petizione da presentare alla Casa Bianca per l’estradizione di Palmer e che nel giro di un giorno ha ottenuto 146mila firme, superando le 100mila necessarie, con le quali viene chiesto al Segretario di Stato americano John Kerry e al Generale Loretta Lynch di cooperare con le autorità dello Zimbabwe per estradare palmer.

Intanto, Palmer che già nel 2008 venne condannato per bracconaggio, si è reso irreperibile e l’agenzia Usa ha reso noto che lo sta cercando. La clinica Walter Palmer’s River Bluff Dental Clinic è stata presa d’assalto dagli attivisti ed è stata chiusa e il sito è offline. All’ingresso della clinica sono apparsi decine di peluche di animali selvatici con tanto di lettere e cartelli minacciosi. Ci sono moltissimi sostenitori di Cecil che sui social chiedono la testa di Palmer e su Facebook è stato creato il profilo Shame Lion Killer Dr Walter Palmer and River Bluff Dental che in pochissimi giorni conta oltre 7mila membri mentre l’hashtag #WalterPalmer sta esplodendo ovunque con commenti minacciosi.

Al contempo anche il Safari Club International ha espulso Palmer dai suoi membri, sottolineando in una nota che “tutti coloro che partecipano a caccie illegali devono essere perseguiti e puniti con il massimo delle sanzioni consentite dalla legge”.

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