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Maltrattamento animali domestici: in Brasile Bolsonaro inasprisce le pene

Decisione storica del Presidente che oltre ad aumentare la pena e a lasciare la multa già esistente ha introdotto un divieto esemplare. Ecco cosa si rischia in caso di maltrattamento animali domestici.

Bolsonaro firma col cane Nestor (Foto Facebook)

Fino a qualche giorno fa, in Brasile, chi maltrattava cani e gatti rischiava dai tre ai dodici mesi di carcere (aumentabili di un terzo in caso di morte dell’animale) e una multa. L’attuale Presidente, Jair Bolsonaro, ha ha firmato una nuova legge che inasprisce le pene per chi maltratta gli animali domestici. Ecco in cosa consiste e come Bolsonaro ha deciso di firmare la nuova legge.

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Come ha firmato e cosa ha firmato Bolsonaro sul maltrattamento animali domestici

Cani in gabbia (Foto iStock)

Il presidente brasiliano Jair Bolsonaro ha firmato la nuova legge che inasprisce le pene per chi maltratta gli animali domestici in compagnia del suo amato cane Nestor. Quest’ultimo è salito sulla scrivania e “ha firmato” col presidente: Nestor è stato quindi il testimone della ratifica delle nuove norme.
Fino ad ora per chi maltrattava cani e gatti era prevista una pena che andava dai tre ai 12 mesi di carcere (aumentabili di un terzo in caso di morte dell’animale), oltre al pagamento di una multa. Le nuove norme aumentano invece i mesi dietro le sbarre; diventano 24, resta la sanzione da pagare, e, in aggiunta, è stato introdotto il divieto di adottare altri animali.

E in Italia invece? Cosa prevede la legge in caso di maltrattamenti contro gli animali? Questo è il reato previsto dall’art. 544-ter del codice penale ai sensi del quale chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 mila euro a 30 mila euro. La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi. La pena è aumentata della metà se dai fatti deriva la morte dell’animale.
La Lav ha chiesto di cambiare la legge e introdurre pene più severe.

S.C.

Santa

Il giornalismo è da sempre la mia più grande passione insieme al calcio e agli animali. Credo d’aver ciucciato tanto inchiostro e poco latte visto che, come il cincillà, sono intollerante al lattosio. Sono inoltre curiosa come una lontra, instancabile e paziente come una formica, operosa come un’ape e sognatrice come un castoro… ah, i miei avi saranno stati sicuramente panda altrimenti non si spiegano queste occhiaie. Sono iscritta all'albo dei giornalisti (elenco pubblicisti) dal 2006, sono laureata in Scienze della comunicazione Sociale, Istituzionale e Politica.

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