La Scozia blocca le corse dei cani Levrieri: la decisione è una scelta storica per il Paese e un punto di riferimento per altre nazioni.

Lo stop alle corse dei levrieri per salvare gli animali dalle brutalità degli esseri umani. Si tratta di una decisione storica che è stata presa per tutelare il benessere dei cani, in favore dei diritti degli animali. Le corse tra cani hanno registrato negli ultimi anni un declino nel Regno Unito, ma nella Scozia verranno definitivamente vietate. Il governo scozzese ha infatti annunciato proprio recentemente il proprio sostegno a un disegno di legge che punta a vietare le corse dei cani di razza Levriero.
Lo stop alle corse dei levrieri: arriva la decisione storica per vietare le brutalità degli animali in Scozia
In una lettera ufficiale, il ministro dell’Agricoltura Jim Fairlie ha poi confermato che l’esecutivo condivide i principi generali del testo, superando così la precedente ipotesi di un semplice sistema di licenze e controlli più rigidi valutato nei mesi scorsi. L’unica pista attiva, il Thornton Stadium, ha sospeso tutte le le gare. Il Greyhound Board of Great Britain, l’ente che regola le corse, ha infatti replicato al disegno di legge definendo il divieto inutile, visto che in Scozia non esistono più da tempo eventi autorizzati. Lo scorso aprile, il governo del Galles ha annunciato un analogo divieto, mentre anche la Nuova Zelanda sta procedendo verso la stessa direzione.

Sono sempre meno i paesi nel mondo che consentono corse tra cani. Il governo scozzese sostiene il disegno di legge per vietare definitivamente le corse dei levrieri. Questa decisione storica è stata presa per tutelare il benessere dei cani e segue quella già presa di recente da Galles e Nuova Zelanda. Si tratta di una decisione storica considerando che la corsa dei cani è uno sport storicamente molto radicato nel Regno Unito, ma trasformato in un’industria legata sempre più al gioco d’azzardo e allo sfruttamento e al maltrattamento dei cani. La proposta è stata presentata dal deputato dei Verdi Mark Ruskell e ha ottenuto l’appoggio trasversale da tutte le forze politiche.

Le corse di cani hanno del resto radici molto profonde nella cultura britannica. Nate come passatempo rurale già nel XIX secolo, sono diventate nel tempo uno degli sport più popolari. Il momento di massima diffusione dello sport è arrivato nel dopoguerra, un periodo in cui negli stadi arrivavano migliaia di spettatori per seguire le corse. Per decenni i levrieri come i Greyhound sono stati allevati e selezionati proprio per correre. Oggi solo nove Paesi in tutto il mondo consentono ancora le corse sportive dei levrieri: al Regno Unito si aggiungono Irlanda, Stati Uniti, Messico e Australia. Estremamente all’avanguardia l’Italia, considerando che l’ultimo cinodromo attivo a Roma ha chiuso definitivamente nel 2002.

Il governo scozzese ha annunciato il proprio sostegno a un disegno di legge che punta a salvare gli animali dai maltrattamenti. La maggior parte dei cani ha infatti carriere brevissime, spesso dolorose e che finiscono quasi sempre con abbandoni e uccisioni. Secondo la coalizione Unbound the Greyhound, composta da nove associazioni animaliste, dal 2017 nel Regno Unito sono morti quasi 4.000 levrieri legati a questa pratica. Per Ruskell e per chi sostiene la sua proposta, la chiusura definitiva degli allevamenti è volta a escludere ogni possibilità che questa tradizione venga rilanciata, garantendo così che nessun altro cane subisca sofferenze e maltrattamenti in nome del profitto.
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Allo stesso modo della corsa dei levrieri, anche i combattimenti tra cani hanno suscitato nel corso degli anni polemiche e critiche da parte della società. I combattimenti tra cani sono attività organizzate a fini di intrattenimento che consistono nel mettere di fronte due cani allevati per combattere tra di loro. Nonostante questa terribile pratica, che termina nella maggior parte dei casi con la morte degli animali, sia illegale, non sono pochi i casi in cui continua ad essere diffusa, appassionando soprattutto gli scommettitori che investono il proprio denaro su uno dei due cani. Ad essere maggiormente utilizzati per questi combattimenti illegali sono proprio i Pit Bull. In Italia ad esempio questi combattimenti possono essere puniti con la reclusione da un anno a tre anni e con una multa da cinquantamila euro a centosessantamila euro. Come si legge sul post della Guardia Civile spagnola, chiunque viene a conoscenza dei combattimenti tra cani dovrebbe contattare le forze dell’ordine; solo con una maggiore informazione e un maggiore senso civico, si potrà porre fine a questa pratica brutale.
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Sui social network ogni anno viene condivisa una foto che ha scatenato le polemiche da parte degli utenti del web. L’immagine mostra un cagnolino di razza Pit Bull Terrier dal manto bianco. Il cucciolo ha al collo un cartello sul quale è riportata una frase che è stata oggetto di un animato dibattito. La foto è stata condivisa dalla Guardia Civile spagnola sul proprio account Twitter @Guardia Civil e ha ricevuto migliaia di commenti. L’intento delle autorità spagnole è quello di arginare il problema dei combattimenti tra cani, nella speranza che una maggiore coscienza civica permetta a questa pratica brutale di scomparire. (di Elisabetta Guglielmi)