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Sette tartarughe abbandonate nella plastica: salvate dalla polizia

A Sibari, in provincia di Cosenza, sette tartarughe vengono abbandonate in un contenitore di plastica: salvate dall’intervento della polizia.

Una delle sette tartarughe salvate dalla polizia (Fonte Facebook)

Brutto, bruttissimo, se non orrendo gesto. Parliamo dell’abbandono. Purtroppo, e non vorremo mai dare questi numeri, gli abbandoni di animali, in Italia, non sono intendono diminuire. Certo: c’è sempre un buon motivo per indurre le persone a riflettere su tale gesto. Dall’altra parte, però, non possiamo dileguarci di fronte l’evidenza dell’abbandono. Capire tale gesto, viste le tante strutture che accolgono animali in difficoltà, rimane, nel 2020, un mistero. Ma lo sappiamo bene dalla filosofia: andare avanti con il calendario non corrisponde, sempre, ad avere un sano progresso dell’umanità.

Solitamente, soprattutto nel periodo estivo, gli abbandoni più frequenti sono da annotare nel mondo canino. Anche se, e questa è una buona notizia, grazie a dei video girati e divulgati sul web, la pratica sempre allentarsi. Per decrescere, però, serve ancora molto tempo. Ma, tutti noi, siamo disposti ad aspettare e ad azionarci per far sì che questo “cancro” del mondo animale prima o poi finisca di esistere.

La storia di oggi, però, non racconta di nessun cane. O meglio: i cani c’entrano, ma non da subito. Le vere protagoniste sono delle piccole e grandi tartarughe, sette per la precisione. Abbandonate al loro destino. In più all’interno di un altro materiale che porta danno all’ambiente e al mondo animale: la plastica.

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La polizia salva le sette tartarughe: oltre la plastica, un altro problema

Tartaruga nei campi vicino a delle margherite (Foto Unsplash)

L’abbandono, come poc’anzi detto, dovrebbe essere preso in considerazione in modo molto più largo ed esteso. Più che crocifiggere le persone che compiono un tale gesto, dovremmo, ora e per sempre, capire cosa le spinge a procedere in questo mondo. Una serie indagine, lasciando da parte, almeno in un primo momento, l’indignazione generale, che si sa, purtroppo, non porta da nessuna parte se non all’arrabbiatura iniziale, svanita dopo pochi minuti, se non secondi.

La notizia di oggi vede come protagoniste sette povere tartarughe. Degli esemplari del tutto indifesi, lenti per loro natura, che potevano finire davvero nei guai per ben due motivi: la plastica e i cani randagi. Apriamo subito la nostra consueta parentesi quando si parla di lotta tra animali. Purtroppo, o in alcuni casi per fortuna, la natura fa il suo corso e noi, esseri umani e pensanti, potremmo darle una mano evitando spiacevoli situazioni. Se poi, si abbandonano degli esemplari vicino a degli animali selvatici, è chiaro che non possiamo prendercela con gli animali stessi. Detto ciò le sette tartarughe hanno rischiato di finire nella bocca e nelle grinfie di alcuni cani randagi che colpe non ne avrebbero avuto.

Il secondo problema è plastica: gli esemplari di questa bellissima specie, facente parte anche del mondo marino, erano state messe e chiuse dentro un contenitore di plastica e lasciate vicino i binari della stazione ferroviaria Sibari-Metaponto. Plastica e rischio di essere tranciate, se avessero abbandonato l’involucro, da un treno che passava da quelle parti.

Per fortuna, grazie ad alcune segnalazioni, la Polizia locale di Sibari è prontamente intervenuta sul posto e prima che la situazione potesse finire in tragedia hanno tratto in salvo le tartarughe, trasportate poi al centro Centro Recupero Animali Selvatici di Rende.

Le tartarughe non se la passano davvero bene durante questa estate. Pochi giorni fa, nelle acque di Agrigento, soltanto l’intervento di alcune persone, all’interno di un’imbarcazione privata, ha fatto sì che una tartaruga venisse liberata dalla plastica che da lì a breve l’avrebbe soffocata.

Davide

Laureato in Scienze della Comunicazione con tesi in Filosofia del Linguaggio. Dal 2017 Iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio. Autore di due libri sul tema del viaggio: "Il cuore arriva dove gli occhi non vedono" (uscito nel 2019) e "Di notte è tutto più chiaro" (uscito nel 2023). Attratto dal mondo degli animali anche grazie alla fotografia, altra espressione del suo essere.

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Davide

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