Roderick stava portando i cani al guinzaglio, poi un SUV invade la corsia e la sua vita si spezza senza preavviso.
Era ancora presto, una di quelle mattine invernali in cui le strade sono ancora vuote. Roderick Macleod stava camminando lungo la Route 138, nel Rhode Island, con i suoi cani. Un gesto semplice, quotidiano, che per molti è un momento di pace, una semplice passeggiata, come al solito.

In pochi secondi però tutto è cambiato. Un SUV è improvvisamente dalla propria corsia, ha colpito pali e ostacoli lungo la strada e lo ha travolto mentre camminava sulla banchina. Per lui non c’è stato nulla da fare.
Trasportato d’urgenza in ospedale, Macleod è morto a causa delle ferite riportate. Aveva 70 anni. Una vita lunga, intensa, piena di musica, interrotta in modo brutale e incomprensibile.
Chi era Roderick Macleod: investito mentre portava a spasso i suoi cani
Per chi lo conosceva, Roderick non era solo un uomo che portava a spasso i cani. Era un musicista stimato, parte della scena blues americana, nominato ai Grammy negli anni Ottanta come membro dei Roomful of Blues. Un nome che, per molti appassionati, significa concerti, vinili consumati, serate passate ad ascoltare note cariche di storia.

La sua morte ha lasciato un vuoto profondo nella comunità locale. La polizia, in un messaggio pubblico, ha parlato di “tragico incidente” e ha espresso vicinanza alla famiglia. Ma dietro le parole ufficiali c’è un dolore che non trova spiegazioni di facile comprensione.
Alla guida c’era una donna: era stata fermata decine di volte
Alla guida del SUV c’era Shannon Godbout, 41 anni. Sul posto, secondo quanto riferito dalle autorità, sono state trovate droghe e materiale riconducibile allo spaccio. La donna è stata arrestata e portata in ospedale per accertamenti medici, poi formalmente accusata anche di possesso di sostanze con intento di spaccio. E non è escluso che le accuse possano aumentare.
Qui emerge un dettaglio che ha lasciato tutti sgomenti: Godbout non era una sconosciuta per la giustizia. Prima di questo incidente, risultava essere stata arrestata 102 volte e destinataria di circa 40 citazioni. Una lunga scia di precedenti, distribuiti in numerose città del Rhode Island.
Scorrendo la sua storia giudiziaria, colpisce un elemento ricorrente. Molti procedimenti si sono conclusi con dichiarazioni di “no contest” e pene sospese. In pratica, niente carcere. La detenzione più lunga che abbia mai scontato è stata poco superiore ai due anni. In più occasioni, i tribunali avevano disposto per lei percorsi di recupero per abuso di sostanze, sette volte, l’ultima solo pochi mesi fa.
E allora la domanda viene spontanea: quante possibilità possono essere date prima che sia troppo tardi? Quante volte si può ignorare una traiettoria che sembra già segnata?
La storia di Roderick Macleod non è solo un fatto di cronaca nera. È una vicenda che parla di responsabilità, di fragilità, di un sistema che spesso interviene quando il danno è ormai irreparabile. Un uomo ha perso la vita mentre faceva qualcosa di normale, di innocuo. E dietro di lui restano i suoi cani, la sua musica, le persone che lo aspettavano a casa.
Restano anche tante domande, quelle che non trovano spazio nei comunicati ufficiali ma che continuano a risuonare nella nostra mente, ogni volta che una tragedia poteva essere evitata.