Chi meglio di loro? Questi due Pit bull sono i cani più viziati del mondo – VIDEO

I cani sanno essere i nostri migliori amici, si sa. Per loro sarebbe disposti a fare di tutto, pur di non vederli intristiti coi loro bei musetti. Anche perché a loro volta essi provano per noi umani gli stessi sentimenti. Ed infatti quante volte vi sarà capitato di aver vissuto una giornata storta, un periodo no, e di sentirvi meglio quando magari Fido all’improvviso è venuto accanto a voi mettendo la sua  testa sotto il palmo della vostra mano? Sarà anche per questo che due fortunatissimi Pitbull possono godere dello status di essere ‘i cani più viziati del mondo’. I loro proprietari li trattano come se fossero dei bambini, con tanto di pigiamini da far indossare loro una volta giunto il momento di andare a dormire. E la loro giornata tipo è fatta di carezze, coccole, crocchette, giochi e quant’altro. Tutto ciò che possa rendere felice un cane, questi due quattrozampe ce l’hanno o l’hanno vissuto. C’è anche un video che documenta il tutto, e nel quale sembra proprio che a questi due cuccioloni tutto sia dovuto.

Cani viziati, ma per renderli felici può bastare anche molto meno

Un altro esempio di felicità ci giunge con il cane Oreo. Questi era contento assieme al suo padrone, fino a quando una malattia non glielo ha portato via. E come se non bastasse, anche lui ha iniziato a avere serissimi problemi di salute. Per colpa di un glaucoma Oreo è rimasto cieco. Privato della vista e della gioia di vivere tutto d’un colpo. Avrebbe potuto finire il resto dei suoi giorni in un canile o peggio ancora. Invece la bontà di due persone è riuscita a fare la differenza. Una coppia di coniugi ha deciso di adottare Oreo e di portarlo in casa sua. Ed a lui ha affiancato anche l’altro cane di famiglia. Tutti loro sono ora diventati inseparabili. Oreo ha superato il suo grave trauma da abbandono ed anche se non ci vede, sente in maniera forte tutto il bene che il suo nuovo compagno e le due persone che lo hanno accolto con se provano per lui.

A.P.

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