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Coccidiosi nel furetto: la causa, i sintomi e il trattamento

Coccidiosi nel furetto, un’infezione parassitaria comune nel furetto. Vediamo quali le cause, i sintomi e il trattamento di questa malattia.

(Foto AdobeStock)

La coccidiosi è una malattia parassitaria generata da un protozoo del genere Eimeria o Isospora.

I furetti giovani o con un sistema immunitario debole o quelli che hanno subito un forte stress, sono i soggetti maggiormente colpiti.

La trasmissione della coccidiosi nel furetto, può verificarsi già all’interno dell’allevamento ma anche nei negozi o nelle esposizioni stando a contatto con gli altri furetti.

Inoltre possono infettare a loro volta altri animali come: cani, gatti e addirittura conigli, lupi e volpi ma non bovini e pecore.

Cause della coccidiosi nel furetto

La coccidiosi nel furetto, come precedentemente accennato, è causata da un’infezione intestinale da parassiti protozoi.

Il furetto può contrarre questi parassiti tramite il contatto con escrementi infettati. Tramite le loro feci vengono eliminate le uova del parassita che, se ingerite, completano il ciclo riproduttivo.

Per il furetto giovane, la trasmissione avviene attraverso il contatto con la madre o l’ambiente contaminato dal virus.

Sintomi

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La coccidiosi nel furetto adulto, è una malattia del furetto che si manifesta raramente, poiché il sistema immunitario riesce a sconfiggere la malattia o perché l’animale è diventato immune da cucciolo.

Mentre negli esemplari non immuni i sintomi che risultano essere evidenti, durante la malattia del furetto possono essere i seguenti:

  • diarrea;
  • letargia;
  • perdita di peso;
  • mal di stomaco.

Inoltre, non è raro che possa verificarsi il prolasso rettale, ovvero una condizione che costringe il retto del furetto a sporgere dall’ano, agevolando in questo modo le infezioni secondarie, quali: ulcere, danni rettali e impedire al furetto di defecare in modo corretto.

Ciò accade perché il parassita si moltiplica nell’epitelio digestivo, provocando danni alla mucosa e impedendo il corretto assorbimento del cibo.

Potrebbe interessarti anche: Come riconoscere le malattie del furetto in tempo: le patologie comuni

Diagnosi e trattamento della coccidiosi nel furetto

(Foto Adobe Stock)

Per poter effettuare una diagnosi corretta di coccidiosi nel fretto, il veterinario dovrà prima escludere altre cause che possono portare sintomi a quelli delle malattie metaboliche o altri disturbi intestinali.

Ragion per cui il veterinario esaminerà il campione di feci del furetto per scoprire la presenza di parassiti.

Un’altra indicazione di coccidiosi nel furetto sarà l’aumento degli enzimi epatici nell’animale. In merito al trattamento della coccidiosi nel furetto esistono differenti molecole in grado di debellare questi parassiti.

Il veterinario metterà in atto una terapia basata sull’utilizzo di antiparassitari per il furetto e antibiotici. Nel caso in cui l’animale mostri segni di debilitazione e disidratazione, occorre attuare un’adeguata terapia di sostegno e nei casi più gravi effettuare il ricovero.

Nella maggior parte dei casi, gli animali riescono a guarire dalla coccidiosi entro due settimane dal trattamento.

Tuttavia, è fondamentale eseguire la terapia per la coccidiosi del furetto per un minimo di dieci giorni, per poi proseguire con i controlli tramite l’esame delle feci e capire se i coccidi sono stati debellati tutti, per poi sospendere il trattamento.

Poiché la reinfezione è abbastanza comune, ciò che possiamo fare per combattere e prevenire la malattia del nostro animale domestico, è mantenere l’ambiente del furetto pulito e sano.

Altri suggerimenti per prevenire la coccidiosi nel furetto possono essere i seguenti:

  • evitare l’eccessiva presenza di escrementi;
  • evitare di tenere insieme troppi furetti;
  • fornire un’alimentazione adeguata e sana per il furetto;
  • somministrare sempre acqua fresca e pulita;
  • mantenere in condizioni igieniche sanitarie ottimali le ciotole, gli abbeveratoi e la cuccia;
  • rispettare il calendario per la sverminazione;

Le misure igieniche sono molto importanti, soprattutto quelle dell’ambiente.

Inoltre gli esperti suggeriscono la combinazione di misure di controllo insieme all’uso di trattamenti farmacologici profilattici.

Ad esempio, gli animali di provenienza sconosciuta devono essere messi in quarantena prima di essere trasferiti con il resto degli animali.

Raffaella Lauretta

 

Raffaella Lauretta

Sono una giornalista pubblicista, con una passione profonda per gli animali. Sono regolarmente iscritta all'Ordine dei Giornalisti. Scrivo articoli su problematiche di salute degli animali, curiosità e argomenti legati alla promozione dell'adozione responsabile degli animali domestici. Nel tempo libero amo fare volontariato nelle strutture e rifugi per animali meno fortunati.

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