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Come fa il maschio di cavalluccio marino a partorire: il suo ruolo chiave

Affascinati da tale fenomeno, gli studiosi hanno cercato di capire come fa il maschio di cavalluccio marino a partorire. 

Cavalluccio marino (Foto Pixabay – Amoreaquattrozampe.it)

Tra le caratteristiche che affascinano di più dei cavallucci marini c’è sicuramente lo scambio di ruoli tra maschio e femmina durante il parto.

Sappiamo infatti che è il maschio del cavalluccio a dare alla luce i piccoli che prendono il nome di avannotti.

Ma perché e come avviene questa particolare inversione di ruoli? Lo studio di un team di ricercatori australiani, pubblicato di recente sulla rivista Placenta, ha cercato di dare una risposta a questo fenomeno.

Come fa il cavalluccio marino a partorire: il ruolo chiave del maschio nella riproduzione

Cavalluccio marino (Foto Unsplash – Amoreaquattrozampe.it)

È noto che i cavallucci marini, come i pesci ago, siano dotati di una sacca marsupiale ed è proprio quest’ultima che consente al maschio di Hippocampus di portare a termine la gravidanza e partorire i piccoli.

Dopo l’affascinante rito di accoppiamento, dove il maschio e la femmina danzano per ore, intrecciando le loro code prensili, la femmina rilascia nella sacca del maschio le uova.

Le uova vengono depositate grazie ad una papilla genitale (o ovopositore) dopo di che avviene la fecondazione.
Da questo momento in poi, il maschio si occupa delle incubazione delle uova che può durare dai 9 ai 45 giorni.

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Un team di ricercatori australiani, affascinati da tale fenomeno, ha voluto scoprire di più a riguardo, così ha analizzato al microscopio la sacca marsupiale del maschio dopo la fecondazione, a diversi stadi della gestazione, rivelando dei particolari interessanti.

Gli studiosi hanno osservato che la sacca di covata subiva dei cambiamenti analoghi a quelli che si verificano nella gravidanza dei mammiferi.

Nello specifico, nella sacca dell’Hippocampus si sviluppano dei vasi sanguigni che giocano un ruolo fondamentale nella crescita degli embrioni.

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Infatti, questi vasi consentono lo scambio di gas tra il papà e i suoi piccoli ed è in questi modo che il maschio fornisce nutrienti, anidride carbonica e ossigeno agli embrioni, un funzionamento del tutto affine a quello della placenta dei mammiferi.

Inoltre, il team ha anche notato che il numero di capillari presenti nella sacca marsupiale aumentava nella fase terminale della gravidanza, quando gli avannotti hanno bisogno di maggiore ossigeno.

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Terminata la gestazione, il maschio di cavalluccio marino espelle i piccoli con delle contrazioni addominali. Il papà darà alla luce un numero di avannotti che varia dalle centinaia alle migliaia, offrendo uno spettacolo a dir poco meraviglioso.

Manuela Lucugnano

Laureata in ingegneria gestionale della logistica e della produzione e iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Campania. Tra le sue più grandi passioni ci sono: viaggiare, apprendere nuove cose, leggere libri e manga, e ovviamente gli animali. Scrivere per Amoreaquattrozampe le dà la possibilità di combinare la sua enorme curiosità con l’amore verso gli animali.

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Manuela Lucugnano

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