Invasione di Pyrosomatida nel Pacifico, tantissime le specie a rischio

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By Antonio Papa

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Il NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), un ente ambientale statunitense, sta conducendo già dal 2015 alcune osservazioni relative allo stato di salute delle acque dell’ Ocean Pacifico, riscontrando negli ultimi due anni un preoccupante aumento della percentuale di Pyrosomatida  nelle stesse. Il fenomeno si è accentuato in particolare in tempi recenti, con i rilevamenti condotti a bordo della nave scientifica del NOAA al largo delle coste dell’Oregon che hanno portato anche alla cattura di ben cinquantamila esemplari di questi planctonici in appena cinque minuti. Insomma, è una vera e propria invasione, e questi esseri gelatinosi si spiaggiano anche con cadenza ormai quotidiana, facendo si che gli scenari sulle stesse spiagge dell’Ovest americano diventino da incubo.

La presenza del Pyrosomatida sta generando grosse complicazioni ai pescatori locali come è naturale immaginare. Questi essere sono del tutto particolari e risultano sconosciuti agli stessi scienziati sotto molti aspetti: la loro classe di appartenenza (i Taliacei) è messa in dubbio da parecchi addetti ai lavori e tante sono ancora le peculiarità sotto la lente di ingrandimento. Il loro nome viene dal greco e significa ‘corpo di fuoco’ a causa della bioluminescenza provocata dalla presenza di particolari batteri tipici delle profondità oceaniche con i quali vivono in simbiosi. Sono proprio quest’ultimi a generare una luminescenza nei Pyrosomatida, di intensità variabile a seconda delle condizioni ambientali. Si pensa che questi impulsi luminosi possano servire per comunicare con la rispettiva colonia di appartenenza.

Le loro dimensioni possono raggiungere anche misure ragguardevoli, dai pochi cm di lunghezza fino addirittura ai 10 metri, e sono ricoperti interamente di gelatina. Il loro habitat è situato nelle profondità marine ma può capitare di vederli emergere durante le ore notturne. Una delle possibili spiegazioni del loro proliferare pare provenga dal surriscaldamento globale che sta alterando le temperature dei mari e degli oceani sull’intero globo, e del resto questa è la causa scatenante di diverse alterazioni sia comportamentali e di abitudine in moltissime specie animali e vegetali, sia nel cambio di habitat che gli stessi sono sempre più soliti mostrarci, come attesta la presenza di flora e fauna tropicale nel bacino del Mediterraneo.

L’altissima percentuale in cui il Pyrosomatida si sta concentrando nel Pacifico potrebbe mettere a repentaglio tutte le altre specie marine esistenti a causa della putrefazione massiccia del corpo di così tanti esemplari, cosa che comporta la diminuzione repentina dei livelli di ossigeno nell’acqua. Intanto qui da noi proliferano le meduse, ecco quindi come proteggerci.

NOAA – Sito web ufficiale

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