Turchia, atrocità indicibili sugli animali da macello

Foto dell'autore

By Antonio Papa

Non solo Cani e Gatti

@Getty images
@Getty images

C’è una normativa ben precisa sul trasporto dei bovini destinati alla macellazione che viene sistematicamente violata. Lo attestano le ricerche di Animal Welfare Foundation, Tierschutzbund Zurich e Eyes on Animals, delle quali parla in Italia “Compassion in World Farming (Ciwf)”. In particolare le irregolarità avverrebbero al confine fra Turchia e Bulgaria dove mucche anche gravide vengono sottoposte a viaggi in condizioni estremamente difficili, solitamente caratterizzati dalle alte temperature e addirittura in alcuni casi da improvvisi parti cesarei in strada, dove vengono poi macellate. In più gli animali vengono stipati in spazi angusti senza cibo né acqua per molte ore in attesa della preparazione del viaggio, cosa che le costringe a nutrirsi dei loro stessi escrementi, e non avendo libertà di movimento sufficiente sono costretti a stendersi gli uni sugli altri.

Insomma, è una vera e propria deportazione in condizioni che peggio non si può, tra l’insensibilità di chi da questo business pensa solo a guadagnare senza considerare i diritti degli animali. Facendo riferimento al parto in strada della mucca, emergono alcuni dettagli: è solo uno dei cinque casi osservati nel monitoraggio dei trasporti nella località di Kapikule, e nella circostanza la mucca che ha partorito il suo piccolo ha passato diverse ore di travaglio prima di ricevere l’anestesia da parte di un veterinario chiamato per agevolare l’operazione. Il vitellino era stato estratto dal suo ventre con l’ausilio di una corda, morendo però subito, e la madre ha subito importanti lesioni interne per le manovre “artigianali”; anche lei è destinata a morire, ma il trasportatore non vuole perdere il suo carico e si avvale dell’aiuto di un macellatore, che la sgozza ancora viva costringendola a 5 minuti di atroce sofferenza.

CWF denuncia poi che gli stati europei sono complici di tutto questo: i carichi ispezionati giungono in Turchia dai Paesi dell’Est come Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia, ma anche da Italia, Francia, Germania ed Austria, col maltrattamenti che si reiterano sin dal 2000. C’è anche una petizione allo scopo di sollecitare il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, a decretare la fine delle esportazioni di animali vivi in Turchia raggiungibile al seguente link: https://goo.gl/A4SAfx

Per alleggerire il tema del discorso, guardate cosa si sono inventati in Africa per proteggere le mucche dagli assalti dei leoni.

Impostazioni privacy