‘Non è tutto oro quel che luccica’: e anche in questo caso pare non si faccia eccezione. Ecco dunque quali sono i lati dell’Australian Terrier che potrebbero non adattarsi al nostro stile di vita (e che semplicemente faremmo fatica ad accettare).
Il suo ‘compito’ è quello di mettere in allerta, proprio come tutti gli altri cani da guardia, ma purtroppo questa sua verve da guardiano non è ‘supportata’ da un fisico imponente. Quindi in realtà abbaia per segnalare un pericolo imminente (anche se si agita molto facilmente, anche quando non ce n’è motivo) ma non è molto ‘temibile’.
Lasciarlo solo in casa e senza fare nulla, può far scattare in lui un istinto distruttivo non indifferente. Essendo un esemplare che ha bisogno di essere sempre in costante attività, deve sempre tenersi occupato a fare qualcosa, altrimenti a farne le spese saranno mobilio, arredamento e giardino.
Non vi sono razze di cani coi quali pare essere particolarmente compatibile e anche con i felini domestici probabilmente non riscontreremo grossi problemi di convivenza, ma attenzione: dovrà essere abituato fin da cucciolo alla loro presenza.
E’ un cane socievole ma ha bisogno di conoscere ‘chi ha di fronte’ sia che si tratti di un animale sia che si tratti di un essere umano: diamogli il tempo di adattarsi e di fargli capire che non può essere sempre e solo lui al centro dell’attenzione.
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Il padrone ideale di un Australian Terrier non deve essere necessariamente un ‘pantofolaio’, anzi è bene che sia attivo e in grado di portarlo fuori a spasso. SE si tratta di un padrone giovane e che viaggia molto, può portarlo con sé. In caso non potesse è bene che abbia la premura di trovargli una compagnia o una occupazione.
Deve essere un umano docile e amorevole, ma che sappia anche quando ‘farsi rispettare’, soprattutto per far valere la sua autorità (infatti il cucciolo mostrerà sempre la sua personalità).
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Antonio D’Agostino
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