Un avvistamento incredibile sta facendo il giro del mondo: immortalato in un video, per la prima volta, il “diavolo nero”.
Un evento eccezionale ha sorpreso i biologi marini e gli appassionati di fauna marina: il raro avvistamento di un Melanocetus johnsoni, meglio conosciuto come “diavolo nero”, in acque superficiali.

Questo pesce abissale, solitamente relegato alle profondità marine, è stato immortalato in un video dalla ong spagnola Condrik Tenerife e dal fotografo David Jara Boguñá, suscitando grande interesse nella comunità scientifica.
Secondo gli esperti, potrebbe trattarsi del primo filmato al mondo che mostra un esemplare vivo di questa specie alla luce del giorno e così vicino alla superficie.
Abituato a vivere tra i 200 e i 2.000 metri di profondità, il diavolo nero è noto per il suo aspetto inquietante, caratterizzato da un corpo scuro e denti affilati, che gli conferiscono un’aria decisamente minacciosa.
Diavolo nero: un avvistamento senza precedenti
L’incontro è avvenuto il 26 gennaio, quando la biologa marina Laia Valor, impegnata in uno studio sugli squali al largo di San Juan, sulla costa occidentale di Tenerife, si è imbattuta nel pesce.
L’animale si trovava a circa due chilometri dalla riva e in prossimità della superficie, una circostanza del tutto insolita per questa specie. Fino ad ora, gli unici avvistamenti documentati in condizioni simili riguardavano embrioni o esemplari già morti.

Dopo averlo individuato, Valor e il suo team hanno seguito il pesce per diverse ore, osservandone il comportamento. Purtroppo, nonostante il fascino di questa scoperta, l’animale non era in buone condizioni di salute e nel giro di poche ore è deceduto.
Le possibili cause di questo comportamento anomalo
Il Melanocetus johnsoni è una creatura adattata alle oscure profondità marine, dove si muove grazie a un’appendice dorsale luminosa che utilizza per attirare le prede. Il suo habitat naturale sono i mari tropicali e subtropicali di tutto il mondo, ma gli avvistamenti in superficie sono estremamente rari.
Gli scienziati stanno ancora cercando di capire cosa abbia spinto il pesce a risalire così tanto. Tra le ipotesi più accreditate vi sono:
- Una malattia o un disturbo fisiologico che potrebbe aver compromesso la sua capacità di restare nelle profondità abituali.
- Correnti di risalita che potrebbero averlo trasportato involontariamente verso la superficie.
- La fuga da un predatore costringendolo a emergere in un ambiente per lui innaturale.
Un mistero ancora da chiarire
Il primo esemplare di questa specie venne documentato nel 1863 nelle acque di Madeira, un arcipelago portoghese situato nell’Oceano Atlantico, non distante dalle Canarie. Da allora, il diavolo nero ha alimentato il fascino e il mistero attorno agli abissi marini.
Secondo Laia Valor, questo avvistamento rappresenta un caso “molto specifico e singolare”. Non si tratta, infatti, di un fenomeno comune, e il fatto che il pesce sia stato trovato in condizioni precarie solleva molte domande sulla salute degli ecosistemi profondi e sulle possibili cause di questo evento insolito.
Sebbene l’animale sia morto poco dopo il ritrovamento, la sua presenza vicino alla superficie rappresenta un’occasione unica per studiare più da vicino questa specie affascinante e poco conosciuta. Gli esperti continueranno ad analizzare i dati raccolti per comprendere meglio le dinamiche che possono portare a simili anomalie nel comportamento dei pesci abissali.
Qui sotto il video dell’avvistamento.