Allevamenti di animali in gabbia: per l’Italia bruttissimo piazzamento europeo

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By Redazione

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Allevamenti di animali in gabbia: brutto, se non amaro e desolante, piazzamento europeo per l’Italia sulla questione poc’anzi citata. I dati parlano chiaro: vediamoli insieme.

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Gatto in gabbia (Getty Images)

Non si mette per niente bene per l’Italia. Secondo un’indagine, molto accurata, il nostro paese sarebbe in basso alla classifica europea per quanto riguarda la questione inerente agli animali allevati in gabbia. Un risultato amaro e scoraggiante: 17esimo posto per il “bel Paese”, che tanto bello, in questa dinamica, non  lo è per nessuna ragione al mondo.

Il numero da considerare, alto, è 300 milioni. Sono tutti gli animali allevati in gabbia in Ue. Di questo impressionante numero (che di certo non rende una bella vetrina all’Ue in se per sé) poco meno di 1/6 è rappresentato solamente dall’Italia: 45 milioni è la cifra complessiva. A pubblicare l’indagine poc’anzi citata, ma soprattutto questa dura classifica è la Coalizione italiana End the Cage AgeLa stessa che porta avanti, con l’aiuto dei cittadini italiani ed europei, importanti iniziative per far chiudere quelle che sono, a tutti gli effetti, delle celle da tortura psicologica per gli animali in questione.

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L’invito e le sollecitazioni ai ministri italiani in merito alla questione

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Schiera dei ministri del Governo italiano (Getty Images)

Quando si parla di allevamenti d’animali nelle gabbie il “grido” di questa voce in lotta arriva fino ai piani alti delle istituzioni. In molti, tra associazioni e normali cittadini, hanno sollecitato l’intervento, in merito alla questione, di due dei nostri ministri italiani: Roberto Speranza, ministro della Salute, e Teresa Bellanova, ministra delle Politiche Agricole.

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Tutto questo tramite un’iniziativa ben precisa e mirata: lanciare dei tweet ai due ministri in questione, con un comportamento corretto e un linguaggio civile, chiedendo, semplicemente, pubblicamente e concretamente, di prendere un serio impegno nel procedere contro lo smantellamento delle gabbie d’allevamento dal nostro Paese.

Allevamenti in gabbia: perché l’Italia è così indietro e quali sono gli animali più colpiti

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Galline (Getty Images)

L’anno scorso, a livello europeo, più di un milione di persone aveva firmato una petizione per porre fine a questo brutale trattamento, senza alcun sentimento d’amore per gli animali. In Italia siamo arrivati, invece, a 90.00 firme raccolte. Un buon numero, in cresce aumento.

Nel nostro paese gli animali più colpiti rimangono sempre gli stessi: scrofe, conigli e quaglie. Basti pensare che la totalità di questi animali viene allevata solamente in gabbia. Mentre il 62% delle galline, dato che è leggermente calato ma che rimane sempre alto, è allevato nella stessa maniera. Il grido di cambiamento è alto in tutta europa: un sistema di sostenibilità ambientale passa anche dal rispetto degli animali che vivono intorno a noi e dei loro allevamenti.

Davide Garritano

 

 

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