Animali: stop al commercio su specie esotiche e selvatiche

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By Davide

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Sul finire dell’anno arriva una grande proposta che, nel breve tempo, diventerà legge: stop al commercio di animali di specie esotiche e selvatiche.

Stop Commercio Animali Selvatici Esotici
Animali selvatici nel loro habitat naturale (Getty Images)

Nei prossimi anni ci attende una grande sfida, che abbraccia l’intera umanità: fare del tutto per prevenire, o forse combattere, future pandemie. Quella che abbiamo conosciuto lo scorso anno e che ancora combattiamo è stata una pandemia micidiale. Il coronavirus ha cambiato interamente la nostra società, scuotendola sotto tutti i punti di vista. E ancora non è finita.

Ma quando qualcosa di gravoso, soprattutto sulla nostra società, è ancora in corso, possiamo ancora fermarlo. Come il coronavirus stesso. L’importante è che ognuno, nel suo campo, faccia il proprio dovere e lo faccia bene, inseguendo l’interesse e il bene comune. Se vogliamo prevenire o combattere al meglio altre pandemie dobbiamo includere nel discorso anche e soprattutto il mondo animale. Gli animali, appunto, potrebbero svolgere un ruolo fondamentale.

La parola giusta è fondamentale. Quest’ultimi fanno parte del nostro ecosistema da sempre. E chi, per anni, li ha considerati dei sottoposti si è sbagliato alla grande. Ora dobbiamo fare in modo che anch’essi vengano preservati da alcune scelte politiche a dir poco scellerate. Com’è scellerata una parte della politica conosciuta da tutti finora.

Lo stop al commercio sugli animali di specie esotiche e selvatiche arriva da una proposta della Lav

Stop Commercio Animali Selvatici Esotici
Sto al commercio di animali selvatici ed esotici per evitare infezioni future da virus e possibili pandemie (Getty Images)

Come poc’anzi detto la lotta a delle possibili e future pandemie passa anche dal rispetto e dalla preservazione di alcune specie animali, tra cui quelle selvatiche ed esotiche. Ma qualcuno si è mai chiesto cosa c’è alla base del rispetto? Quali aspetti vanno considerati e messi in atto, invece di riempirsi la bocca soltanto di parole, che molte volte, anzi spesso, non bastano?

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Per rispetto s’intende mettere in campo azioni ben precise. Come quelle che vanno a contrastare degli stupidi, antichi e dannosi commerci. In questi tipi di commercio rientra anche quello degli animali selvatici ed esotici. Anzi: di alcune specie di animali esotici e selvatici, molto spesso voluti come trofei da capi di Stato. Ecco, una proposta della Lav, che quasi sicuramente diverrà legge dal prossimo anno, punta a fermare questo tipo di commercio… una volta per tutte!

La Commissione politiche europee della Camera approva il disegno di legge di delegazione europea che vieterà l’import, il commercio e la detenzione di animali selvatici ed esotici. La Commissione, che approva il testo senza alcuna modifica (quest’ultimo aspetto importantissimo), ha fatto salvo anche l’impegno normativo dato dal Governo, approvato dal Senato in prima lettura grazie a un emendamento di Loredana De Petris, capogruppo LeU (Liberi e Uguali), di emanare nei prossimi mesi un decreto legislativo che preveda misure restrittive al commercio di animali, all’importazione di specie esotiche e selvatiche e alla salvaguardia di queste specie per evitare il rischio di focolai di zoonosi. Il tutto con un sistema sanzionatorio per chi trasgredisce tali norme.

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Il prossimo 21 aprile, infatti, con l’entrata in vigore del Regolamento europeo 2016/429, relativo alle malattie animali trasmissibili e che modifica e abroga taluni atti in materia di sanità animale, l’Italia, come altri Paesi europei, è chiamata a rendere efficace la norma comunitaria. Sia per preservare e rispettare gli animali, sia per prevenire la diffusione di virus e zoonosi animali agli umani. Tutto ciò per non ricadere negli stessi errori (che conosciamo bene) che hanno portato alla diffusione di epidemie e pandemie quali la Sars, Mers e Covid-19.

La Lav è intervenuta affermando che tutto ciò comporterà un ufficiale passo in avanti da parte del nostro Paese: “Siamo dinanzi a un cambio epocale, in Italia, ma anche in altri Paesi europei. Passi che speriamo divengano mondiali. Tutto questo lo affermavamo da tempo nel nostro Manifesto ‘Non torniamo come prima’. Ci stiamo impegnando a prevenire quello che ormai potrebbe essere il più grande pericolo per il futuro dell’umanità: le pandemie”.

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