Cane legato a catena con ferite così profonde da rischiare la morte (Foto)

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By Loriana Lionetti

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Un atto di violenza spregevole, il povero cane era stato legato ad una catena molto corta, per sfuggire al suo destino il cane aveva cercato incessantemente di liberarsi procurandosi tremende lacerazioni

Legato a catena con profonde ferite
Legato a catena con profonde ferite ( Foto Facebook LAV-Amoreaquattrozampe.it)

Era una mattina come tante altre quando la terribile notizia è giunta da Siracusa. Un cane era stato seviziato in una proprietà della città e le sue condizioni erano drammatiche. Il povero animale era legato a catena, con una corda così corta che gli impediva persino di distendersi. Ma le violenze subite non finivano qui. Sul suo corpo erano presenti ferite terribili, e l’addome era lacerato dalla catena che gli era stata stretta con violenza.

Gli animali randagi sono purtroppo una realtà in molte parti d’Italia, ma quello che era successo a questo cane andava ben oltre la dura vita che molti di loro sono costretti a vivere. Questo era stato torturato, maltrattato senza pietà da persone che sembravano non avere un briciolo di umanità.

Cane brutalmente ferito vittima di violenza  trovato legato a catena

Legato a catena con profonde ferite
Legato a catena con profonde ferite ( Foto Facebook LAV-Amoreaquattrozampe.it)

Grazie alla segnalazione di alcuni cittadini, l’animale è stato salvato dalle mani dei suoi aguzzini e portato in una clinica veterinaria per ricevere le cure necessarie. La Polizia Municipale e l’Asp veterinaria si sono messe subito al lavoro, e grazie alla loro tempestività il cane è stato salvato.

Non si sa ancora chi sia il responsabile di questa barbarie, ma le autorità stanno indagando per individuare e punire l’autore di questo orrendo gesto. Nel frattempo, gli animalisti non hanno perso tempo e si sono costituiti parte civile, con l’obiettivo di far sì che questo caso non venga archiviato come uno dei tanti.

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L’episodio accaduto a Siracusa non è un caso isolato. Troppi sono gli animali che ogni giorno subiscono maltrattamenti e violenze da parte di esseri umani senza scrupoli. Questa volta, però, la storia è stata diversa. Qualcuno ha deciso di intervenire, di non voltare la testa dall’altra parte, e di salvare una vita.

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Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte per fermare questi atti di crudeltà. Serve una rete di controllo sociale che sappia riconoscere i primi segnali di pericolosità sociale, come la crudeltà contro gli animali. Serve un sistema giudiziario più severo, che punisca in modo adeguato chi si rende responsabile di queste azioni.

 

Solo così potremo porre fine a una vergogna nazionale che deve finire. Non possiamo continuare ad assistere ad abusi di questo genere nel nostro Paese. Siamo tutti responsabili di proteggere le vite degli animali, e dobbiamo farlo con ogni mezzo a nostra disposizione.

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