Il cane è morto ma compare su Facebook: adozioni illegali di randagi

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By Benedicta Felice

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Il cane è morto ma compare su Facebook. La strana vicenda che fa luce sul fenomeno delle adozioni illegali dei cani randagi

cane nero (Foto Pixabay)
cane nero (Foto Pixabay)

Un altro scandalo, ai danni degli animali. Una vicenda sconvolgente che lascia tutti senza parole per la gravità che ha suscitato. E’ quello che è accaduto ad un imprenditore di Pompei a cui dicono che il suo cane Nerone, mascotte del bar di sua proprietà, è morto. Pochi giorni dopo però ha visto un post su Facebook dove ha scoperto che Nerone è vivo e vive a Perugia. Una vicenda che ha incuriosito molti, ecco com’è andata.

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Il cane è morto ma compare su Facebook, una strana vicenda che parla di adozioni illegali 

Sguardo malinconico (Foto Pixabay)
ardo malinconico (Foto Pixabay)

Nerone è stato coinvolto in un traffico di adozioni illegali. Un’altra triste piaga  dopo quella dell’abbandono che non conosce resa. Purtroppo, anche dietro questi casi si celano motivi economici, che spingono molte persone a compiere tali reati. La triste condizione che si nasconde dietro tutto questo è stata svelata anche da Luciano Scatola, medico veterinario: “Da sempre cani e gatti sono oggetto di tante speculazioni da parte di associazioni animaliste che inviano questi animali al Nord Italia e all’Estero con il metodo “stalli + staffette” che consente di realizzare una rete di trasporto con destinazioni che non sono facilmente individuabili.” Una serie di reati che non hanno come vittime solo gli animali ma includono anche anziani o individui con gravi patologie, usati come mezzo per pubblicizzare gli eventi su Facebook. Lo scopo è quello di ottenere dei fondi la cui somma sarà destinata non all’evento presentato ma alla cura, al trasporto e alla destinazione dei cani, spesso situati a migliaia di chilometri di distanza, rispetto al luogo di partenza.

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I benefattori, del tutto ignari del triste fenomeno, versano il denaro sui vari conti Posta Pay che vengono comunicati in maniera privata. E non è tutto perché la fiducia che queste persone ripongono nel progetto li spinge anche a cercare adesioni ai veterinari delle aziende sanitarie, guadagnando così l’affidamento di animali feriti e bisognosi di cure. Un caso così è quello che si è verificato a Nerone, detto “cane libero accudito“, intestato al Sindaco del Comune di Pompei. La sua storia è alquanto particolare perché i proprietari all’improvviso, si sono trovati di fonte, a quello che sembrava essere “uno scherzo” di cattivo gusto. Solitamente, il quattro zampe stava sempre davanti al bar dove i clienti e i proprietari del locale amavano prendersi cura di lui.

Un giorno però, il cane una grave gastro enterite emorragica che ha reso urgente il trasporto alla clinica dell’Asl di Torre del Greco. I padroni del bar che amano tantissimo Nerone hanno chiesto ogni giorno informazioni sul cane, ricevendo però delle notizie confuse sul suo conto. Inizialmente, la coppia è stata avvisata dai medici del fatto che avrebbero continuato a curare il cane e in caso, di adottarlo nella propria abitazione. Dopodiché, è stato un susseguirsi di notizie incerte fino ad un clamoroso avviso: “Nerone è morto.” Sconvolti per l’accaduto, i coniugi non avrebbero mai pensato di essere stati aggirati.

Il 26 febbraio però hanno avuto inizio i loro sospetti poiché hanno visto una foto di Nerone postata da una signora di Perugia su Facebook. A quel punto, i proprietari hanno contattato la donna, chiedendo giustamente delle notizie al riguardo. La signora però non ha fornito nessuna spiegazione del suo gesto, approfittandone per rivolgergli insulti e minacce. Dalle analisi effettuate è emerso che il cane dopo soli cinque giorni di permanenza nella struttura è stato dato in adozione alla signora A.M. per poi essere affidato alla signora F.P. di Perugia. Risulta ancora ignoto il motivo di questo viaggio lungo e stressante per il pelosetto, sottratto dal luogo in cui viveva da quindici anni. Un grave trauma per l’animale oltre che il reato di trasferimento presso strutture private che può avvenire solo in maniera definitiva. Infatti, si specifica che “E’ vietata l’adozione con lo scopo di trasferimento in altre strutture di transito al quale si aggiunge il divieto di spostare i cani su altri territori dichiarati liberi accuditi dal Comune di appartenenza.”

Una legge che parla chiaro e mette in luce un grave fenomeno, troppo spesso, sottovalutato. A soffrire, sono sempre gli animali.

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Benedicta Felice

 

 

 

 

 

 

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