Cosa c’entra il WWF con le pellicce di orso polare?

Il WWF è stato accusato di favorire il commercio delle pellicce di orso: l’inchiesta sta portando alla luce molti interrogativi.

Il WWF, una delle organizzazioni ambientaliste più conosciute al mondo, è finito al centro di un’inchiesta giornalistica che mette in discussione il suo ruolo nella tutela della fauna selvatica.

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Cosa c’entra il WWF con le pellicce di orso polare? – amoreaquattrozampe.it

Secondo un’indagine condotta dal quotidiano britannico The Guardian, l’associazione avrebbe sostenuto posizioni che, di fatto, favoriscono il commercio di pellicce di orso polare, nonostante utilizzi l’immagine di questi animali per raccogliere fondi.

La denuncia ha suscitato scalpore e sollevato interrogativi sulla coerenza tra la missione dichiarata dal WWF e le sue reali strategie nei consessi internazionali. Il caso è legato alle decisioni prese durante le riunioni della Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie Minacciate di Estinzione (CITES), dove il WWF si è espresso contro il rafforzamento delle misure di protezione degli orsi polari, sostenendo che il commercio controllato delle loro pellicce non rappresenta una minaccia diretta per la specie.

Pellicce e tutela degli orsi polari: qual è la posizione del WWF?

L’organizzazione ha più volte ribadito di promuovere l’”uso sostenibile della fauna selvatica”, un approccio basato sull’idea che regolamentare il prelievo di un numero limitato di esemplari possa, paradossalmente, favorire la conservazione della specie.

Questo principio è stato applicato non solo agli orsi polari, ma anche ad altri animali cacciati per scopi commerciali, come gli elefanti africani.

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Pellicce e tutela degli orsi polari: qual è la posizione del WWF? – amoreaquattrozampe.it

Nel 2010 e nel 2013, gli Stati Uniti e la Russia avevano proposto di spostare l’orso polare dall’Appendice II della CITES (che consente un commercio regolamentato) all’Appendice I, che prevede una protezione assoluta.

Il WWF si è opposto a questa proposta, affermando che il principale pericolo per la sopravvivenza della specie è il cambiamento climatico, non il commercio internazionale delle pellicce.

Anche nel 2022, durante la riunione CITES a Panama, il WWF ha mantenuto la stessa linea, ritenendo che i criteri numerici per un’ulteriore protezione degli orsi polari non fossero ancora soddisfatti. Una posizione che ha sollevato critiche da parte di altre organizzazioni ambientaliste, che invece chiedevano misure più severe per la tutela di questa specie già minacciata dalla riduzione del suo habitat naturale.

Le critiche al WWF e le accuse sul ruolo nelle attività venatorie

L’atteggiamento dell’organizzazione nei confronti della caccia al trofeo e del commercio di avorio ha alimentato ulteriori polemiche.

Nel 2013, il WWF si oppose alla proposta di bloccare le vendite legali di avorio di elefante fino al 2017, sostenendo che una moratoria avrebbe potuto incentivare il commercio illegale anziché contrastarlo.

Il WWF non si oppone apertamente alla caccia al trofeo, ma la considera accettabile se regolata in modo sostenibile. Secondo l’organizzazione, in alcune aree dell’Africa questa pratica può rappresentare una fonte di reddito per le comunità locali e contribuire alla conservazione della fauna selvatica.

Ma molte altre associazioni ambientaliste e una coalizione di circa 80 ONG hanno contestato questa visione, sostenendo che la caccia ai grandi animali selvatici non possa essere considerata una soluzione per la tutela delle specie minacciate.

Un’immagine del WWF sempre più controversa

L’indagine del Guardian non è la prima a mettere in discussione il WWF. Nel 2019, un’inchiesta condotta da BuzzFeed News ha rivelato come l’organizzazione abbia finanziato e collaborato con forze paramilitari accusate di violenze nei confronti delle comunità locali in Africa e Asia, inclusi casi di torture e uccisioni nei parchi nazionali.

L’organizzazione ha respinto le accuse, dichiarando di aver avviato una revisione indipendente per indagare su eventuali abusi, ribadendo il suo impegno per la protezione della biodiversità e dei diritti umani.

Ma questi scandali hanno danneggiato la reputazione del WWF, sollevando dubbi sulla trasparenza delle sue politiche di conservazione.

Il caso delle pellicce di orso polare evidenzia la complessità del ruolo del WWF nella gestione delle risorse naturali e nella protezione della fauna selvatica. Mentre l’organizzazione continua a sostenere un approccio basato sull’uso sostenibile delle specie, molti attivisti e ambientalisti ritengono che questa strategia possa compromettere la tutela degli animali più vulnerabili.

L’inchiesta del Guardian ha riacceso il dibattito sulla coerenza delle grandi ONG ambientaliste, spingendo sempre più persone a chiedere maggiore trasparenza nelle scelte strategiche di queste organizzazioni.

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