Non riuscivano a credere ai loro occhi: sono stati trovati decine di cani rinchiusi con ossa e escrementi in condizioni terribili.
Una scoperta sconvolgente è emersa nelle zone rurali intorno a Saluzzo, in provincia di Cuneo, dove operatori per la tutela degli animali hanno portato alla luce una situazione di grave negligenza e sofferenza per un gruppo di quindici esemplari canini. I membri delle squadre di vigilanza zoofila dell’organizzazione “Stop Animal Crimes” hanno effettuato ispezioni mirate in cascinali isolati della Val Padana, scoprendo in due diverse proprietà delle condizioni di detenzione inaccettabili.
Gli ausiliari hanno trovato gli sventurati quadrupedi reclusi in angusti recinti metallici, immersi in un ambiente di estremo squallore. La scena era desolante: gli spazi erano ingombri di carcasse, immondizia accumulata e escrementi, un contesto ambientale assolutamente incompatibile con il benessere di qualsiasi creatura vivente. In particolare, in una delle strutture, quattro dei soccorsi versavano in uno stato critico, costretti a condividere una sola cuccia e a giacere su una mistura di detriti, vestiti logori e resti organici.
Questo spettacolo di degrado, definito dagli intervenuti come scioccante, ha richiesto un intervento immediato per sottrarre gli esseri viventi a un pericolo imminente. L’indagine ha inoltre rivelato un’altra grave irregolarità: la maggior parte dei cani era sprovvista del dispositivo di identificazione sottocutaneo (microchip). In Italia, l’impianto di questo chip è un obbligo di legge per chiunque si prenda cura di un cane, rappresentando un elemento cruciale per la rintracciabilità del nucleo familiare in caso di smarrimento.
L’assenza di tale strumento non solo costituisce una violazione normativa, ma accresce anche il rischio che gli animali possano essere abbandonati senza lasciare traccia, un’eventualità che in questo contesto sembrava plausibile data la totale mancanza di cura. Gli attivisti hanno sottolineato come la triste realtà riscontrata a Saluzzo non sia un caso isolato. Essi denunciano che, specialmente nelle aree rurali, è prassi comune rinchiudere i cani in gabbie sporche, legarli con catene per la guardiania del possedimento, oppure confinarli in stalle abbandonate senza un riparo adeguato.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Lanciato da un’auto in corsa e investito: l’abbandono shock denunciato sul web
L’associazione ha quindi preso in carico la cura e la riabilitazione di tutti i quindici cagnolini, il cui obiettivo finale è quello di trovare per loro un nuovo inizio in contesti domestici affettuosi. I volontari hanno lanciato un monito energico, ribadendo che è vietato tenere un cane permanentemente legato. Gli animali devono risiedere in ambienti sanificati, con disponibilità costante di acqua potabile e giacigli isolanti.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Rinchiusi in gabbie per criceti: ritrovati 6 cani in condizioni pietose – VIDEO
I cani non sono da considerare meri sistemi di allarme da relegare in spazi ristretti, ma esseri che necessitano di contatto sociale e interazione con la famiglia umana. L’organizzazione si impegna a proseguire la sorveglianza sul territorio per contrastare queste forme di maltrattamento. Nel frattempo, rivolgono un accorato invito alla cittadinanza ad accogliere questi animali, offrendo loro l’affetto che finora è stato negato.
Se vuoi saperne di più, leggi un nostro approfondimento sul tema >>> Cuccioli sporchi e denutriti, ma l’orrore non finisce qui: scatta il sequestro
La cattiveria nei confronti degli altri esseri viventi è una delle peculiarità che distingue gli esseri umani dagli altri animali. Sui social quotidianamente vengono diffuse notizie di maltrattamenti di cui sono vittime cani, gatti e qualsiasi altra specie animale. (di Elisabetta Guglielmi)
Gli animali che vivono al freddo, le 5 specie più straordinarie: i loro comportamenti e…
Il gravissimo accaduto ci spinge a chiederci cosa c'è che non va nella nostra società:…
Era rimasto intrappolato e non riusciva a tirarsi fuori da quel fosso: ci sono volute…