Ecuador, ultimatum a Julian Assange: si prenda cura del gatto

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By Gabriele

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assange gatto
(Chris J Ratcliffe/Getty Images)

Dall’Ecuador, arriva un ultimatum a Julian Assange, rifugiatosi nel Paese sudamericano nel giugno 2012: si prenda cura del gatto.

L’Ecuador ha predisposto un nuovo e severo nucleo di regole domestiche per Julian Assange, avvertendo il guru di Wikileaks di evitare commenti online su questioni politiche e ordinandogli di pulire il suo bagno e prendersi più cura del suo gatto, o rischierà di perdere il suo animale domestico. Al momento, Assange, che vive nell’ambasciata del Regno Unito in Ecuador dal giugno 2012, deve ottenere l’approvazione per tutte le visite che riceve dal personale diplomatico con tre giorni di anticipo. È espressamente bandito da attività che potrebbero essere “considerate politiche o interferenti con gli affari interni di altri stati”. Lo rivela The Guardian.

Le regole che deve rispettare Julian Assange in Ecuador

Il governo ecuadoriano ha parzialmente revocato le restrizioni all’accesso a Internet di Assange durante il fine settimana, ma il documento stabilisce che al fondatore di WikiLeaks sarà consentito utilizzare il wifi dell’ambasciata solo con il suo personal computer e telefono.

L’australiano e i suoi ospiti sono espressamente interdetti dall’uso o dall’installazione di “apparecchiature non autorizzate”. Secondo la nota, l’ambasciata “si è riservata il diritto di autorizzare il personale di sicurezza a sequestrare le attrezzature” o di chiedere alle autorità britanniche di entrare nell’ambasciata e farlo. Qualsiasi tentativo di portare tali apparecchiature nell’ambasciata sarebbe segnalato come una “violazione della sicurezza e segnalato alle competenti autorità britanniche”.

Ma non è tutto: ad Assange è stato detto di prendersi carico del “benessere, cibo, igiene e cura adeguata” del suo gatto domestico. L’Ecuador ha avvertito che se il fondatore di WikiLeaks non si prendesse cura dell’animale, verrebbe dato a qualcun altro o consegnato a un rifugio per animali.

“È praticamente un regime carcerario. Questo nuovo regime va contro la sua fondamentale dignità umana come asilo”, ha detto al Guardian Carlos Poveda, l’avvocato di Assange a Quito.

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