Non si era sbagliato, era proprio il suo Lotus: cane vede in un’auto il suo cane scomparso l’anno prima e la insegue prima che possa scappargli di nuovo.
Non si era mai dato pace e non lo aveva mai dimenticato; chissà se ha pensato alla sua immaginazione quando ha rivisto il suo Lotus in un’auto a pochi metri da lui. Ma il quattro zampe che appariva dietro al finestrino non era affatto frutto della sua fantasia o di un suo desiderio impagabile, ma la realtà; un padrone vede in un’auto il suo cane scomparso un anno prima e i due si riconoscono immediatamente. Ma l’avventura non si sarebbe conclusa, poiché l’uomo ha dovuto inseguire la donna alla guida della macchina, scappata a tutta velocità: ecco come si sono svolti i fatti.
Credeva che la sua immaginazione gli stesse tirando un brutto scherzo ma, guardandolo meglio, non poteva essere che lui, il suo Lotus, il cane che era scomparso dieci mesi fa e che non era mai riuscito né a trovare né a dimenticare. Era proprio lui dietro quel finestrino di una macchina sconosciuta, la cui proprietaria si era momentaneamente allontanata.
L’auto non era familiare ma il quattro zampe era decisamente Lotus, il suo Border Collie di 8 anni, scomparso a maggio scorso dalla sua casa a Palestrina, dalla casa di Augusto, il suo amato e inseparabile padrone. Ma cosa ci faceva il suo quattro zampe in quella Fiat Panda? Chissà quali pensieri gli sono passati per la mente quando ha ch8iesto spiegazioni alla proprietaria dell’auto che, sorpresa ma allarmata, si è mostrata dapprima disponibile a fargli vedere il cane da vicino.
Invece proprio mentre l’uomo si accingeva ad aprire il portellone, si è rimessa al posto guida per ripartire a tutta velocità. A quel punto Augusto non poteva lasciarsi sfuggire Lotus, non di nuovo. E ha iniziato ad inseguire la donna che si era ormai cimentata in una rocambolesca fuga.
Lotus non poteva sfuggirgli, non poteva non raggiungerlo e per fortuna ci è riuscito: Augusto ha rincorso l’auto della donna e ha allertato immediatamente le forze dell’Ordine. Il ritrovamento del microchip al cane non ha fatto altro che confermare i sospetti: si trattava proprio di Lotus, il cane che era stato rapito dieci mesi prima.
Grazie alle indagini e alla visione di alcuni filmati delle telecamere di sorveglianza, i Carabinieri della stazione di Palestrina hanno ricostruito anche la storia di maltrattamenti e abusi in cui era stato costretto a vivere il cane nei dieci mesi lontani da casa. Si è trattato di un vero e proprio periodo di prigionia, quello vissuto da Lotus: era costretto a vivere in una gabbia di fortuna, costruita con delle reti metalliche saldate.
L’aspetto smagrito e poco in salute ha confermato che non era tenuto in condizioni adeguate, sebbene la donna continuasse a sostenere che si trattava di un randagio, ritrovato da lei per caso e salvato dalla strada. Solo grazie alle amorevoli cure di Augusto e della sua famiglia, Lotus si è completamente ripreso e ora la sua salute è decisamente migliorata nel tempo.
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Ma per la donna che lo deteneva in quelle condizioni, la vicenda sembra tutt’altro che finita: sono state disposte ulteriori indagini per capire in che modo sia entrata in possesso del cane e lei stessa dovrà fornire spiegazioni convincenti per giustificare il suo operato.
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