Tornano in libertà più di 100 cavallucci marini: il progetto per conservare la specie

Tornano in libertà più di 100 cavallucci marini grazie a un progetto per conservare la specie: ecco di che cosa si tratta.

cavallucci marini tornano in libertà
Oltre cento esemplari di cavallucci marini sono tornati in libertà (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Sono tornati a nuotare nell’oceano più di un centinaio di cavallucci marini. Il progetto per ripopolare una specie marina a rischio estinzione ha visto nel golfo di Taranto lo scenario principale. Obiettivo è ripopolare il Mar Mediterraneo di cavallucci marini, un obiettivo che al momento i ricercatori stanno cercando di raggiungere tramite i due rilasci in acqua di diverse specie marine. Per la prima volta, numerosissimi esemplari di cavalluccio marino hanno conosciuto che cosa sia la libertà, venendo introdotti in natura nelle acque del parco naturale regionale “Mar Piccolo” di Taranto.

Il rilascio in natura di oltre cento esemplari di cavallucci marini: il progetto italiano per salvare la specie dall’estinzione

Gli esemplari coinvolti nel progetto di conservazione appartiene alla specie Hippocampus guttulatus, anche conosciuta come “cavalluccio dal muso lungo”. Fino a poco più di un decennio fa, l’areale di distribuzione di questa specie era il Mar Piccolo di Taranto, dove si trovava una delle più grandi popolazioni note agli studiosi.

I cambiamenti climatici, l’inquinamento e l’attività antropica hanno influito sulla popolazione marina, portando alla morte migliaia di esemplari di cavalluccio marino. Secondo i dati monitorati dagli studiosi, negli ultimi dieci anni (dal 2016) la popolazione di cavallucci marini è andata incontro a un inarrestabile declino tanto che la densità complessiva dei gruppi di Hippocampus guttulatus è diminuita intorno al 90%.

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Quali sono le caratteristiche di n animale di dimensioni ridotte come il cavalluccio marino (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

La decimazione di cavallucci marini registrata nel Mar Piccolo di Taranto ha spinto la comunità scientifica ad agire. Fattori che hanno causato la quasi scomparsa di questa specie marina sono dovuti all’attività antropica, dalla pesca al traffico illegale della fauna mediterranea verso i Paesi asiatici, ma anche alle emissioni di CO2 e ai cambiamenti climatici.

Proprio i cambiamenti climatici, le emissioni di CO2 e la distruzione della natura operata dagli esseri umani stanno del resto lentamente distruggendo la Terra e le specie viventi che la abitano. Sul quotidiano britannico «The Guardian» si legge che il nostro pianeta «potrebbe perdere più di un decimo delle sue specie vegetali e animali entro la fine del secolo» secondo le ultime ricerche apparse su una pubblicazione scientifica statunitense, la «Science Advances».

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I cavallucci marini sono considerati una specie a rischio, di qui l’importanza di reintrodurli in natura (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Secondo gli studiosi, la crisi climatica sta imprimendo un’accelerazione progressiva dell’estinzione di 150.388 specie. Di questo numero esorbitante, oltre 42.000 specie animai e vegetali scompariranno a causa del comportamento dell’uomo. Nel testo della ricerca pubblicata su «Science Advances» è riportato che, a causa delle emissioni di CO2, entro il 2050 scomparirà il 6% della fauna vegetale e animale e entro la fine del secolo il 13%, percentuale che aumenterà al 27% se il riscaldamento globale peggiorerà.

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L’ecosistema è un insieme naturale formato da una comunità di organismi e dall’ambiente fisico nel quale vivono. In un ecosistema ogni singola forma di vita, da quella più piccola a quella più grande, ha un suo ruolo fondamentale. Dalle ostriche (minacciate dalla pesca delle perle) alle formiche della savana, ogni specie vivente influenza l’ambiente in cui vive. La biodiversità è a rischio così come gli ecosistemi. Nella lista rossa delle specie in via di estinzione si allunga ogni anno. Secondo le ultime ricerche apparse sulla pubblicazione scientifica statunitense, la «Science Advances», il pianeta Terra «potrebbe perdere più di un decimo delle sue specie vegetali e animali entro la fine del secolo». Gli scienziati affermano infatti che una specie su dieci si estinguerà per i cambiamenti climatici nei prossimi decenni.

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Oltre 100 cavallucci marini sono stati riportati in natura dopo il salvataggio e un periodo di osservazione (Foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Come salvare i cavallucci marini dall’estinzione

In questa ottica rivestono una grande importanza i progetti per salvare i cavallucci marini dall’estinzione. I ricercatori hanno pensato di prelevare alcune coppie di individui adulti di Hippocampus guttulatus provenienti proprio dal Mar Piccolo di Taranto e farle riprodurre in un ambiente controllato, sotto la supervisione di personale specializzato. Tramite questa decisione sono state concretizzate le discussioni e le possibili strategie di tutela per la salvaguardia dei cavallucci marini.

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Dall’inizio del progetto, il Mar Piccolo di Taranto ha accolto oltre 250 piccoli nuovi ospiti. Le azioni di conservazione vedono la collaborazione del Comune di Taranto, il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l’Università degli Studi di Bari e l’Acquario di Genova.
Nella primavera del 2024 già 160 esemplari di circa sei o sette mesi di età hanno fatto ritorno nel Mar Piccolo di Taranto. Di recente, una seconda fase ha interessato altri cento cavallucci marini. Divenuti subadulti, i nuovi cavallucci marini sono stati liberati in mare. Le fotografie scattate prima del rilascio permetteranno di monitorare e indentificare gli animali nel corso del tempo così da valutare l’efficacia del progetto. (di Elisabetta Guglielmi)

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