Un morto il primo giorno di caccia della stagione: spara e per errore uccide l’amico. Il terribile caso riaccende la polemica degli ambientalisti.
Il primo giorno di apertura della stagione venatoria è stato segnato da due incidenti, di cui uno fatale. La tragedia si è consumata in Piemonte, a Carrù (Cuneo), dove un cacciatore ha sparato per colpire un cinghiale avvistato nella boscaglia, ma ha inavvertitamente centrato l’amico che era con lui, uccidendolo. La vittima è Daniele Barolo, un agricoltore 46enne padre di due figlie.
Colpito in pieno petto intorno alle 10 del mattino in località Bordino, per l’uomo non c’è stato nulla da fare. I Carabinieri sono intervenuti, hanno sequestrato l’arma e stanno conducendo i rilievi per ricostruire l’accaduto, con la salma a disposizione dell’autorità giudiziaria.
Quello di Cuneo non è stato l’unico incidente nel primo giorno di caccia della stagione 2025. Un secondo episodio si è verificato in Campania, nel Napoletano. Un uomo di 39 anni di Vico Equense è dovuto ricorrere alle cure del pronto soccorso dell’ospedale San Leonardo di Castellammare dopo essere stato ferito al volto da pallini da caccia. L’uomo ha riportato escoriazioni guaribili in 10 giorni. Anche in questo caso, i carabinieri sono al lavoro per accertare la dinamica.
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L’incidente mortale ha subito suscitato una forte reazione dal mondo animalista. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente, ha commentato duramente quanto accaduto.
La presidente della Lega italiana per la Difesa degli animali e dell’ambiente ha infatti dichiarato: “Primo giorno, primo morto. Comincia nel peggiore dei modi la stagione di caccia, pratica assurda, crudele, anacronistica e pericolosa”. Brambilla ha auspicato l’abolizione della caccia, definendola un’attività che “costerà la vita a milioni e milioni di animali e, lo dicono le statistiche sugli incidenti, a un certo numero di persone, cacciatori o semplici frequentatori delle campagne e dei boschi. Spara e spara, non c’è da stupirsi se alla fine si sparano tra di loro”.
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L’episodio ricorda anche quanto sia pericoloso detenere armi da fuoco in casa. E quanto sia pericolosa la detenzione di fucili per la caccia.
Anche quest’anno riapre la stagione della caccia e anche quest’anno le associazioni animaliste si battono per la sicurezza e la tutela non solo degli animali uccisi dai cacciatori ma anche per le persone che sono solite passeggiare nei boschi. E così tra polemiche e discussioni prende il via il periodo in cui è ammesso dalla legge sparare ad alcune specie viventi. Il Wwf, in particolare, ha puntato l’attenzione sul problema legato alla mancata sospensione da parte del Tar, senza la quale non è possibile agire contro questo fenomeno.
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A evidenziare tutte le criticità connesse alla questione è Domenico Aiello, responsabile tutela giuridica della Natura del WWF Italia, che ha spiegato come si sia di fronte a una vera e propria violazione della Costituzione e delle indicazioni dell’Europa. La mancata possibilità di ottenere una sospensiva immediata vanifica il senso stesso del ricorso. Domenico Aiello ha sottolineato che a rendere più complesso il quadro della stagione venatoria di quest’anno è il fatto che “moltissime Regioni hanno autorizzato la caccia in deroga, cioè hanno dato l’ok all’uccisione di specie protette che non dovrebbero essere cacciate”. Una decisione che va in contrasto con le direttive europee. (di Elisabetta Guglielmi)
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