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Non ce l’ha fatta il maremmano investito, trovato con vecchie fratture e proiettili nel corpo

Una storia che a fine agosto ha commosso molti cittadini non solo per il salvataggio di un cane investito, lasciato morente sul bordo della strada, quanto invece per il fatto che quell’esemplare di maremmano, piuttosto anziano, riportava sul suo corpo anche tracce di maltrattamenti passati (clicca qui).
Il pastore è stato chiamato “Nonno Pante” dai volontari che lo hanno soccorso nei pressi di Montauro, in provincia di Catanzaro. Anche in questo caso, i soccorsi sollecitati da un passante non sono arrivati e per questo sono dovuti intervenire dei volontari della sezione di Soverato (CZ) della Lega Nazionale per la Difesa del Cane, dopo la segnalazione.

Nonno Pante era in gravi condizioni: oltre alle fratture riportate dall’impatto con un’automobile, vi erano anche delle fratture più vecchie alle vertebre frutto di percosse e pesanti maltrattamenti e sul suo corpo vi erano dei proiettili di due diversi calibri, per cui in passato qualcuno aveva sparato più volte al cane.

L’anziano maremmano era rimasto paralizzato, agonizzante a terra. Gli ultimi giorni della sua vita ha trovato il conforto di persone che lo hanno amato, anche per un breve tempo: finalmente, prima di morire Nonno Pante ha avuto l’affetto meritato, le carezze che gli sono sempre state negate.
Parole d’amore sussurrategli all’orecchio da chi l’avrebbe voluto salvare. Ma lui non ce l’ha fatta ed è morto. Serena Voci, responsabile della Lega Difesa del Cane di Soverato, intervenuta sul posto per soccorrere Nonno Pante, ha tenuto a dire che per il cane “sono però stati giorni sereni, pur con tutte le inevitabili complicazioni di una degenza di certo non facile. Nonno Pante ha vissuto dignitosamente in un posto tranquillo, circondato dagli affetti dei volontari. Attenzioni che di certo, nel corso della sua travagliata viva, non aveva mai avuto”.

La sua storia è un po’ il riassunto delle drammatiche storie che i nostri amati 4zampe subiscono ogni giorno, storie di abbandoni che d’estate si moltiplicano. Cani lasciati come degli oggetti, indifesi ad un solo destino: quello della morte lungo una strada. Avevamo raccontato la vicenda di cronaca di Nonno Pante a fine agosto. Forse avremmo preferito raccontare un altro epilogo, una favola, nella quale Nonno Pante trovava una famiglia che lo avrebbe amato…

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