Una tremenda notizia coinvolge un resort in cui i delfini vengono utilizzati per intrattenere i turisti: quello che accade è sconvolgente.
Un video diffuso dall’organizzazione animalista UrgentSeas ha svelato la drammatica realtà che si nasconde dietro il delfinario del Barceló Maya Grand Resort, in Messico. Le immagini mostrano i delfini confinati in una vasca minuscola, priva di riparo dal sole cocente, situata a pochi metri dall’oceano, un contrasto straziante tra libertà e prigionia.

Il filmato ha scatenato indignazione a livello internazionale e ha portato le autorità messicane ad avviare un’indagine. Secondo le denunce, due delfini sarebbero morti di recente e sarebbero stati rapidamente sostituiti con nuovi esemplari.
Un paradiso per i turisti, un inferno per i delfini
Il delfinario fa parte del programma Dolphinaris, che offre agli ospiti del resort esperienze a contatto con i delfini, come nuotate e spettacoli acrobatici. Tuttavia, dietro questa facciata di intrattenimento si cela una condizione di estrema sofferenza per gli animali.

L’attivista Philip Demers, co-fondatore di UrgentSeas, ha dichiarato al New York Post:
“Le dimensioni della vasca non offrono alcun riparo dal sole, e il fatto che si trovi a pochi metri dall’oceano rende l’intera situazione ancora più crudele. Immaginate di sentire l’odore e il rumore del mare, simbolo di libertà, mentre siete prigionieri in uno spazio angusto, senza via di fuga”.
La denuncia di UrgentSeas non si è limitata a mostrare le condizioni disumane, ma ha anche rivelato che due delfini sarebbero morti di recente nel delfinario e sarebbero stati rapidamente rimpiazzati.
Proteste per i maltrattamenti verso i delfini e inchiesta delle autorità
L’indignazione generata dal video ha portato all’organizzazione di una protesta pacifica il 5 dicembre 2024 da parte di Empty The Tanks Mexico, campagna del Dolphin Project, da anni impegnata nella lotta contro la detenzione di delfini in Messico. Le pressioni pubbliche hanno costretto le autorità a intervenire.

Il Procuratore federale per la protezione ambientale (Profepa) ha aperto un’inchiesta sul caso, annunciando il 25 gennaio 2025 un’ispezione amministrativa presso il resort. In un comunicato ufficiale, Profepa ha dichiarato di voler verificare se la struttura rispetti la legislazione vigente in materia di gestione della fauna selvatica. L’indagine riguarda anche la morte di un delfino di nome “Plata” e il trasferimento di un altro esemplare, “Alex”.
“Con la documentazione raccolta, la Procura Generale potrà verificare la legalità della detenzione di questi animali e determinare eventuali violazioni, applicando le sanzioni previste” – ha dichiarato Mariana Boy Tamborrell, procuratore federale per la protezione ambientale.
Un business crudele che deve finire
Il caso del Barceló Maya riporta alla luce il dibattito sulla prigionia dei delfini nei parchi acquatici e nei resort turistici. Nonostante le crescenti proteste internazionali, queste strutture continuano a operare, giustificando la loro esistenza con presunti benefici educativi e ricreativi. Ma numerosi studi dimostrano che la cattività ha conseguenze devastanti sulla salute fisica e mentale dei cetacei.
Organizzazioni come UrgentSeas chiedono la chiusura definitiva di questi delfinari e invitano i turisti a boicottare le strutture che sfruttano gli animali per profitto. La speranza è che casi come quello di Barceló Maya spingano sempre più persone a rifiutare questo tipo di attrazioni e a promuovere un turismo etico e rispettoso della fauna marina.