Nel nuovo messaggio per la Giornata del Creato, Papa Leone XIV lancia un appello accorato: difendere la Terra è un dovere morale e spirituale.
Il nuovo messaggio di Papa Leone XIV per la Giornata mondiale di preghiera per la cura del Creato non è solo un invito alla riflessione, ma un vero appello all’azione.

Le sue parole parlano di responsabilità, di rispetto e di urgenza. Una voce chiara che richiama all’impegno concreto per il bene del pianeta e di chi lo abita, umani e non.
La perdita di biodiversità non è solo un danno alla natura
Il Pontefice descrive uno scenario che non lascia spazio all’indifferenza: deforestazione, inquinamento, disastri ambientali sempre più frequenti. Tutto collegato da un filo comune fatto di avidità, disuguaglianze, guerre e sfruttamento indiscriminato delle risorse. Anche se non cita direttamente gli animali, il messaggio parla di biodiversità, di quel delicato equilibrio che regola la vita sulla Terra e che stiamo rischiando di spezzare per sempre.

Secondo Papa Leone XIV, stiamo usando la natura come merce di scambio, come leva di potere. Il Creato diventa così un terreno di scontro per il controllo di risorse vitali, come l’acqua o le foreste. L’esempio delle terre agricole minate o delle comunità indigene private dei loro spazi sacri mostra quanto la distruzione ambientale sia anche un’ingiustizia umana. Chi paga il prezzo più alto? I più poveri, gli esclusi, quelli che non hanno voce.
Serve una nuova rotta
Il Papa chiede di abbandonare la logica dello sfruttamento e scegliere l’ecologia integrale come bussola da seguire. Non è un concetto teorico: significa cambiare prospettiva, riconoscere il legame tra giustizia sociale e ambiente, e mettere in pratica piccoli e grandi gesti di cura. Non basta più parlare: è il momento di agire. Le sue parole non sono slogan, ma semi di speranza che chiedono di essere coltivati.
Richiamandosi alla Laudato si’ di Papa Francesco, Leone XIV sottolinea che l’essere umano è chiamato non solo a coltivare la Terra, ma anche a custodirla. Due verbi che insieme definiscono una relazione profonda, fondata sul rispetto e sulla responsabilità reciproca. Per i credenti, questo impegno ha anche un volto: quello di Cristo, nel quale tutto è stato creato e redento.
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Conclude con un’immagine forte: ci vogliono anni perché un albero dia i suoi frutti, ma intanto cresce, si radica, diventa rifugio. Così dovrebbe essere il nostro impegno per la giustizia ambientale: costante, concreto, amorevole. Solo così possiamo sperare di lasciare un mondo più giusto e vivibile a chi verrà dopo di noi. E il tempo per iniziare, avverte Leone XIV, è adesso.