Virus dell’influenza aviaria h5n1: rischi per la salute umana e animale, sicurezza degli alimenti e misure di prevenzione in Italia e in Europa
L’influenza aviaria, conosciuta anche come H5N1, è un’infezione virale che colpisce prevalentemente gli uccelli, sia selvatici che domestici. Gli uccelli selvatici, in particolare quelli acquatici, sono il principale veicolo di diffusione del virus, che può trasmettersi agli animali da allevamento, causando ingenti danni economici, e, in rari casi, agli esseri umani.

Negli ultimi tempi, alcune mutazioni del virus hanno permesso la trasmissione anche a mammiferi, come bovini e animali da compagnia, in particolare gatti. Questo fenomeno ha suscitato grande attenzione per la salute pubblica e la sicurezza alimentare. Sebbene la maggior parte dei virus aviari sia innocua per l’uomo, alcuni ceppi possono infettarlo, causando sintomi generalmente lievi, come congiuntivite o disturbi respiratori superiori. Attualmente, non esistono prove di trasmissione da uomo a uomo.
Secondo l’Ecdc (Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie), il rischio per la popolazione generale è considerato basso, mentre può essere moderato per i lavoratori esposti ad allevamenti infetti. In Italia, non sono stati riportati casi di infezione nell’uomo, ma si continua a monitorare attentamente la situazione attraverso un sistema di sorveglianza attiva e passiva. Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, le autorità rassicurano sul fatto che il consumo di carne e prodotti derivati da animali infetti non rappresenta un rischio, purché questi siano adeguatamente maneggiati e cotti.
Quali animali colpisce l’aviaria: rischi per uccelli, cani e gatti
L’inalazione di particelle contaminate rimane la principale via di trasmissione per l’uomo. Le normative europee prevedono severe misure di controllo, come l’abbattimento degli animali positivi e il loro smaltimento sicuro, per prevenire la diffusione del virus. È comunque fondamentale mantenere una buona igiene durante la manipolazione e preparazione degli alimenti.

Negli Stati Uniti, recenti episodi hanno riguardato il ritiro di lotti di latte crudo contaminato da H5N1, ma in Italia non sono stati trovati bovini infetti. Il Centro di Referenza Nazionale ha condotto oltre 3000 test su capi di bestiame nelle aree colpite da focolai tra il pollame e gli uccelli selvatici, con risultati negativi. Questo sottolinea l’efficacia del sistema di controllo italiano. Per quanto riguarda i rischi per gli animali domestici, come cani e gatti, il pericolo di infezione è considerato basso, ma non nullo.
Gli esperti consigliano di evitare il contatto diretto con uccelli selvatici, vivi o morti, e di non somministrare loro carne cruda o prodotti di origine avicola non controllata, soprattutto durante i periodi di maggiore circolazione del virus. In Italia, la sorveglianza veterinaria è coordinata dal Ministero della Salute, in collaborazione con l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie, che opera come Centro di Referenza Nazionale per l’influenza aviaria. Le Regioni, attraverso le Asl, si occupano di implementare il Piano nazionale di sorveglianza, effettuando campionamenti su volatili domestici e selvatici e sottoponendo gli animali sospetti a test diagnostici.
Come ci si ammala di aviaria: trasmissione e prevenzione del virus
Questo sistema si combina con una sorveglianza passiva su esemplari malati o deceduti, garantendo un’identificazione tempestiva dei casi. Sul fronte umano, il monitoraggio è svolto dall’Istituto Superiore di Sanità attraverso la rete RespiVirNet, che coinvolge medici e pediatri sentinella in tutto il territorio nazionale.

La rete raccoglie e analizza dati epidemiologici e virologici, rilevando eventuali casi di infezione aviaria tra la popolazione. Inoltre, un progetto recente ha rafforzato la collaborazione tra i sistemi di sorveglianza veterinari e sanitari per un approccio integrato alla gestione del rischio. In Europa, la Commissione Ue, insieme a organismi come l’Efsa (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) e l’Ecdc, monitora costantemente la situazione e coordina le misure di prevenzione.
Esistono regole europee per affrontare i focolai negli allevamenti e garantire una risposta rapida in caso di infezioni umane. Questo approccio integrato mira a contenere la diffusione del virus e a tutelare la salute pubblica e animale. L’attenzione alla sorveglianza e alla prevenzione è cruciale per limitare l’impatto dell’influenza aviaria. Nonostante i rischi siano attualmente contenuti, la collaborazione tra autorità sanitarie, veterinarie e comunità scientifica rimane essenziale per affrontare le sfide poste da questo virus in continua evoluzione.