Un sogno divenuto una missione per Paul Steklenski, un pilota che salva ogni giorno animali condannati ad eutanasia.
Paul Steklenski, ex militare dell’esercito americano, ha trovato un modo straordinario per combinare il suo amore per il volo con una missione di grande valore: salvare cani destinati all’eutanasia.

Dal 2015, grazie al suo aereo personale, ha contribuito a dare una seconda possibilità a oltre 1.500 cani trasportandoli da rifugi sovraffollati e con scarse possibilità di adozione verso luoghi sicuri dove trovare una nuova famiglia.
Dall’addestramento al brevetto di volo: la missione di Paul Steklenski
Nel 2013, mentre si stava preparando per ottenere la licenza di pilota, Steklenski ha accolto nella sua vita Tessa, una cagnolina adottata. Quell’evento, che inizialmente sembrava non avere alcun legame con il suo percorso nel mondo dell’aviazione, ha invece segnato una svolta decisiva per lui. Prendersi cura di Tessa lo ha profondamente cambiato, spingendolo a riflettere su quale potesse essere il suo vero obiettivo nella vita.

Dopo aver conseguito il brevetto, sentiva il bisogno di dare un senso ai suoi voli, di trovare uno scopo che andasse oltre il semplice piacere di pilotare. Così ha preso una decisione inaspettata: acquistare un aereo per dedicarsi al trasporto di animali bisognosi. L’idea era chiara: salvare cani condannati all’eutanasia nei rifugi del Sud degli Stati Uniti e portarli in zone dove le possibilità di adozione erano maggiori.
La nascita di Flying Fur Animal Rescue
Dopo un primo coinvolgimento con Pilots N Paws, un’organizzazione no-profit che coordina trasporti aerei per animali in difficoltà , Steklenski ha capito che poteva fare di più. Sentiva che non era abbastanza, che voleva avere un ruolo ancora più attivo e personale nei salvataggi. Nel 2015 ha così fondato Flying Fur Animal Rescue, un’associazione dedicata esclusivamente a questa missione.
Nel giro di soli due anni, aveva già aiutato quasi 700 cani a sfuggire a un destino segnato, investendo risorse personali e tempo per realizzare questi voli di speranza. Per lui, volare non era più solo un hobby o una passione, ma una vera e propria ragione di vita.
Un salvataggio speciale: il volo di Emma
Ogni missione di salvataggio ha il suo valore, ma ce n’è stata una in particolare che Steklenski non potrà mai dimenticare: Emma, una cagnolina anziana e malata. Per portarla in salvo, ha affrontato una delle tratte più complesse della sua carriera, volando dalla Pennsylvania a New York City, uno degli spazi aerei più congestionati al mondo. Le restrizioni per un ultraleggero come il suo erano numerose, ottenere il via libera per quel tragitto era quasi impossibile, ma nulla lo ha fermato. La determinazione a garantire un futuro migliore a quella cagnolina era più forte di qualsiasi ostacolo burocratico o tecnico.
Nonostante il grande impatto della sua attività , Steklenski ammette che portare avanti la missione richiede enormi sacrifici finanziari. Il costo del carburante, della manutenzione dell’aereo e delle spese operative è elevato, ma per lui non c’è prezzo che possa competere con la soddisfazione di salvare vite e vedere quegli animali trovare finalmente una casa amorevole.
“Non posso immaginare un motivo più valido per volare”, afferma Steklenski. E grazie al suo impegno instancabile, centinaia di cani, altrimenti condannati, hanno avuto la possibilità di iniziare una nuova vita.