Stalla degli orrori: cominciato il processo a carico della titolare

È iniziato il processo a carico della titolare della “stalla degli orrori”: una vicenda che ha scosso tutti i cittadini.

Una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e aperto uno squarcio su una realtà che spesso resta nascosta dietro le porte degli allevamenti.

aula di tribunale e martelletto da giudice
Stalla degli orrori: cominciato il processo a carico della titolare – amoreaquattrozampe.it

A Verona è iniziato il processo a carico del titolare di un’azienda agricola dove, due anni fa, venne scoperta una situazione di maltrattamenti gravissimi ai danni di decine di animali.

La stalla degli orrori: gli animali lasciati alla fame e all’abbandono

Siamo nel cuore della campagna veronese, dove 42 mucche da latte e 14 vitelli venivano tenuti in condizioni definite “incompatibili con la loro natura”.

Vivevano in una stalla fatiscente, sporca, dove gli animali erano costretti a vivere immersi nei loro stessi liquami, senza accesso a cibo e acqua. Alcuni erano malati, altri feriti, tutti sotto peso. Alcuni, purtroppo, non ce l’hanno fatta.

processo in aula di tribunale
La stalla degli orrori: gli animali lasciati alla fame e all’abbandono – amoreaquattrozampe.it

Una scena che non si dimentica, quella che si è presentata agli occhi degli operatori LAV dopo una segnalazione ricevuta dallo Sportello contro i maltrattamenti di Verona. La LAV, insieme alla Procura, si è attivata subito per trovare una soluzione: portare in salvo gli animali e trovare strutture in grado di accoglierli.

Trovare uno spazio per accogliere decine di bovini in condizioni critiche è stata una sfida immensa, sia per ragioni logistiche sia per la delicatezza della situazione sanitaria degli animali. Ma, grazie a una rete di volontari e rifugi fidati, il 16 giugno 2023 si è concluso l’ultimo trasferimento.

Ora, quelle stesse mucche e quei vitelli vivono una nuova vita, finalmente liberi dallo sfruttamento. Alcuni sono già al sicuro nella “Casa degli animali” della LAV a Castiglione del Lago, altri sono ospiti di rifugi sparsi sul territorio nazionale.

È cominciato il processo contro la titolare dell’allevamento

Nel frattempo, la giustizia ha iniziato il suo corso. Il processo, che si è aperto presso il Tribunale di Verona, vede la LAV costituita parte civile. I capi d’accusa contro l’allevatore sono pesanti: maltrattamento con l’aggravante della morte di alcuni animali e detenzione in condizioni che hanno provocato gravi sofferenze.

Questo procedimento giudiziario rappresenta una tappa importante anche dal punto di vista legislativo. La Camera dei Deputati ha recentemente approvato una proposta di legge per rafforzare le norme contro i reati sugli animali, ma il testo, secondo molte associazioni, risulta ancora troppo debole.

Le pene restano blande, e alcune pratiche, come l’uso della catena sui cani, non vengono vietate con chiarezza.

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Da qui nasce l’appello diretto ai Senatori della Commissione Giustizia: serve una legge che sia davvero efficace, che tuteli gli animali con strumenti concreti e non solo simbolici. I casi come quello di Verona non possono essere dimenticati o lasciati impuniti.

Ora che le mucche e i vitelli sopravvissuti stanno finalmente assaporando la libertà, resta il bisogno di giustizia. Una giustizia che non sia solo per loro, ma per tutti gli animali vittime dell’indifferenza o della crudeltà umana.

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