Il fagiano di Lady Amherst: specie ornamentale rara da cortile

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By Ettore

Polli e volatili

Il fagiano di Lady Amherst uno degli animali da cortile rari con cui molte persone amano abbellire il loro giardino. Conosciamolo meglio.

fagiano di lady
(Foto AdobeStock)

Non più solo piante e sculture per abbellire i nostri cortili ma anche e soprattutto specie rare che danno vita al nostro giardino.

Il mondo degli animali da ornamentali da cortile rari, ovvero tutti quegli animali che non è facile vedere in giro ma che custodiamo nei nostri spazi cortili e giardini molto caratteristici.

In questo articolo parleremo in particolare, di una razza ornamentale molto diffusa ovvero il fagiano di Lady Amherst, una specie che si caratterizza per la sua bellezza disarmante.

Caratteristiche del il fagiano di Lady Amherst

Il fagiano di Lady Amherst misura 100-130 cm di lunghezza, di cui 80-110 sono da assegnare alla coda, per un peso di 650-900 g.

fagiano di Lady Amherst
(Foto AdobeStock)

La femmina, di questa specie come in tante altre specie, risulta essere molto più piccola, misura 55-70 cm di lunghezza, dei quali 30-45 spettanti alla coda, per un peso di 600-750 g.

Possiede una caratteristica cresta composta da lunghe piume filiformi rosso scarlatto. La faccia, il mento e la gola sono in nero metallico macchiato di verde; il becco e le zampe, con i tarsi dotati di speroni, sono grigio-azzurrognoli.

La zona inferiore e ventrale è di un bianco candido; la mantellina, molto ampia e arrotondata, è composta da penne bianche con estremità nero cangiante in blu e nell’insieme ha un aspetto squamato tipo pesce.

La femmina di fagiano di Lady Amherst depone uova rosate che si schiudono dopo circa 23 giorni. Tuttavia non è ben disposta alla cova, oltre ad essere poco protettiva con i pulcini.

In natura, il fagiano di Lady Amherst è un animale sfuggente e difficile da avvicinare, ma in cattività si lascia facilmente addestrare e avvicinare pur rimanendo diffidente. Il maschio è poligamo, perciò basta allevarne uno in una popolazione di almeno 3 o 4 femmmine.

Tenuto in cattività necessita di voliere ampie e ben ombreggiate, possibilmente ricche di piante ma è un uccello che si adatta ad ogni tipo di clima. Infatti è consigliato anche a chi non ha molta dimestichezza con questo genere di attività.

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Origini e habitat

Il fagiano di Lady Amherst deve il suo nome alla contessa Sarah Amherst, moglie di William Pitt Amherst, governatore generale delle Indie, che nel 1828 ne inviò i primi esemplari a Londra.

Questo uccello è originario della Cina sud-occidentale e della Birmania, ma è stata introdotta in altri paesi. Ne esiste in particolare una piccola popolazione in Inghilterra, nel Bedfordshire.

Come habitat predilige in particolar modo le boscaglie spinose sui versanti delle colline rocciose e delle montagne tra 2100 e 3600 metri di altitudine e i fitti boschetti di bambù.

Cosa mangia il fagiano di Lady Amherst

Il fagiano di Lady Amherst generalmente quando è affamato rovista un po’ ovunque ci possa essere traccia di cibo.

Predilige insetti è stato visto razzolare alla ricerca di semi, erbe, lombrichi, vermetti, insetti, addirittura chicchi di grano, nocciole, semi e sassolini.

Il fagiano di Lady Amherst in cattività dovrà nutrirsi di granaglie, alle quali andranno aggiunte verdura e tanta acqua fresca. Tuttavia se lasciato libero in giardino, sarà comunque in grado di provvedere da solo alla sua alimentazione.

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Malattie comuni

Anche se la causa principale della sua diminuzione è la distruzione dell’habitat, il fagiano di Lady Amherst può essere vittima di varie malattie dovute da batteri, virus o da acari parassiti.

Organismi che possono provocare l’insorgere di malattie nell’uccello,  anche letali (in alcuni casi).

Ecco le principali:

  • aspergillosi;
  • malattie di Marek;
  • laringotracheite infettiva;
  • coccidiosi;
  • vaiolo;
  • psicattosi;
  • pasteurellosi;
  • microplasmosi respiratoria;
  • salmonellosi;
  • spirochetosis;
  • dermatite;
  • posa di uova ritardata;
  • infestazione da gozzo;
  • kloatsit;
  • naso che cola;
  • congelamento;
  • fratture;
  • gotta;
  • cannibalismo;
  • enfisema;
  • scabbia;
  • pidocchi;
  • disordine metabolico.

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Ettore D’Andrea

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