Il morso di un Pitbull è più forte rispetto al morso di altri tipi di cani? È davvero una razza pericolosa? Scopriamolo insieme.
Un recente studio condotto dalla Chapman University di Orange, negli Stati Uniti, ha messo in discussione un’idea diffusa: la potenza del morso di un Pitbull sarebbe superiore a quella di altre razze.

In realtà, la ricerca dimostra che non esistono differenze morfologiche significative tra il cranio di un Terrier di tipo Bull e quello di razze come il Labrador Retriever o il Pastore Tedesco. Inoltre, il luogo comune secondo cui i Pitbull avrebbero “mascelle bloccanti” è stato definitivamente smentito.
Il morso di un Pitbull non è diverso da quello di altri cani: lo studio
Lo studio americano ha analizzato e comparato i crani di 117 cani appartenenti a 40 razze diverse, oltre a quelli di 18 sottospecie selvatiche, come lupi e coyote. I ricercatori hanno dimostrato che non esiste una correlazione diretta tra la forma del cranio e la specializzazione funzionale di una razza.
Questo significa che un cane selezionato per il lavoro di difesa non ha, dal punto di vista anatomico, caratteristiche superiori a un cane da fiuto nel riconoscere odori, sfatando il mito della specializzazione morfologica.

In particolare, lo studio evidenzia come non ci siano sostanziali differenze nella struttura ossea tra le razze definite da difesa e quelle da compagnia. L’unica vera distinzione è stata riscontrata tra i canidi selvatici (come lupi e volpi), che presentano crani più allungati per facilitare il fiuto e la caccia, e i cani domestici, la cui morfologia è stata influenzata dalla selezione umana.
L’estetica di un cane non ne determina il comportamento
Un esempio interessante citato dagli studiosi riguarda i Carlini, che si sono rivelati più efficienti nel lavoro di fiuto rispetto ai Pastori Tedeschi, nonostante la loro conformazione brachicefala. Questo dimostra come non sia l’aspetto esteriore a determinare le capacità funzionali di un cane, ma piuttosto la sua personalità, il contesto in cui vive e il legame con il proprietario.
I Pitbull e il mito delle “mascelle bloccanti”
Uno dei falsi miti più diffusi riguarda i Terrier di tipo Bull, come i Pitbull, accusati di avere una forza nel morso superiore rispetto ad altre razze e di possedere una presunta capacità di bloccare le mascelle. Però la ricerca ha dimostrato che non esistono differenze anatomiche tra il loro cranio e quello di altre razze di simili dimensioni.

I ricercatori sottolineano che l’idea secondo cui i Pitbull morderebbero più forte di altri cani è priva di fondamento scientifico. La forza di un morso dipende da fattori come la dimensione della testa e la muscolatura, ma non esiste una struttura ossea specifica che renda i Pitbull più pericolosi di altre razze.
L’Importanza del contesto e della relazione con il cane
La ricerca evidenzia come il comportamento di un cane sia fortemente influenzato dal contesto in cui vive, dalle esperienze pregresse e dalla relazione con il suo proprietario. Un Labrador e un Pastore Tedesco hanno la stessa capacità di mordere, ma ciò che li distingue è la predisposizione comportamentale e l’addestramento.
Un aspetto interessante emerso dallo studio riguarda i Labrador, che hanno una capacità strutturale di mordere simile a quella dei cani da protezione, ma che non vengono considerati aggressivi. Questo dimostra che il comportamento è il risultato di un mix complesso di genetica, esperienze e interazioni con l’uomo, piuttosto che di sole caratteristiche fisiche.
Lo studio rappresenta un punto di svolta nella comprensione delle razze canine, dimostrando che l’aspetto fisico non è un indicatore affidabile delle capacità o del comportamento di un cane.
L’idea che alcuni cani siano più pericolosi di altri a causa della loro conformazione è un pregiudizio che non trova riscontro scientifico. Invece di concentrarsi sull’estetica, sarebbe più utile valutare il contesto in cui il cane è cresciuto, la sua educazione e il rapporto con l’essere umano.
L’unico vero criterio per determinare il comportamento di un cane rimane l’individualità: ogni esemplare è unico e deve essere giudicato per il suo temperamento, le sue esperienze e la relazione con il suo proprietario, piuttosto che per il semplice aspetto fisico.