Sono ammessi i cani in ospedale? Tutto ciò che devi sapere per portare Fido a far visita al suo umano del cuore.

Solo chi ha un cane conosce il tipo di rapporto che si crea tra l’animale e il suo proprietario. Si tratta di un legame indissolubile, basato solo ed esclusivamente sull’amore e sulla fiducia.
Per questo motivo, molto spesso, è difficile separarsene, anche quando, purtroppo, non c’è alternativa. Ad esempio, quando dobbiamo assentarci, per un ricovero in ospedale.
Ecco perché, ci chiediamo:” Ma se dovessimo subire un intervento, il cane può venire in ospedale a farci visita?”
Scopriamo insieme, cosa dice la legge in merito alla presenza di Fido nelle strutture sanitarie italiane.
Sono ammessi i cani in ospedale?
Iniziamo con il dire che molti studi dimostrano che la presenza di un cane, può ridurre lo stress, migliorare l’umore e persino favorire il recupero fisico di una persona.
Detto ciò, sembrerebbe scontato che i nostri amici a quattro zampe possano restare accanto al loro proprietario o almeno fargli visita, anche in particolari momenti, come quelle di un ricovero in ospedale.
Tuttavia, non è così semplice come sembrerebbe, ci sono infatti diverse normative che regolano l’accesso dei cani in ospedale.
Normative e regolamenti italiani
In Italia, le regole sull’accesso degli animali negli ospedali variano da una struttura all’altra, poiché non esiste una normativa unica e uniforme.
Il Ministero della Salute, ha fornito alcune linee guida generali per favorire le Terapie Assistite con Animali (TAA), ma ogni ospedale adatta a queste indicazioni alle proprie esigenze e al regolamento interno.
Regolamenti e requisiti per ammettere i cani in ospedale
Ogni ospedale, in Italia, definisce regole precise per l’accesso degli animali stabilendo criteri chiari.

Tali criteri includono:
- autorizzazione: l’ingresso deve essere approvato dalla direzione sanitaria;
- norme igieniche: il cane deve essere pulito, educato e gestito con cura dal proprietario;
- requisiti del cane: l’animale deve essere vaccinato, in buona salute e con certificati veterinari aggiornati;
- comportamento idoneo: è fondamentale che l’animale sia calmo, educato e abituato agli ambienti pubblici;
- controllo: deve essere tenuto al guinzaglio o in un trasportino per cani.
Inoltre, l’accompagnatore maggiorenne deve portare con sé la documentazione sanitaria dell’animale, strumenti idonei alla raccolta e rimozione di eventuali deiezioni e perdite di pelo.
Infine, prima dell’ingresso in struttura, il cane va pulito e ben spazzolato. Tali regole, mirano a garantire il benessere di pazienti, personale e degli stessi animali.
Il mancato rispetto delle indicazioni e norme, comporta l’allontanamento dell’animale stesso.
Limitazioni all’accesso
Per tutelare i pazienti più fragili, sono previste anche alcune precauzioni, ad esempio l’accesso dei cani è assolutamente vietato in reparti come: terapie intensive, sale operatore, unità di isolamento e oncologia, dove il rischio di infezione è più alto.
Altre precauzioni
La presenza dei cani in ospedale, sono regolate anche da queste altre precauzioni:
- durata della visita: il tempo è limitato per evitare stress agli animali e interferenze con le attività ospedaliere;
- tipologia di cani: non tutti i cani sono ammessi ad eccezione dei cani guida per non vedenti che hanno diritto di accesso, mentre tutti gli altri possono essere soggetti a controlli aggiuntivi;
- consenso dei pazienti: occorre verificare che nel reparto non ci siano persone allergiche o timorose degli animali.
Queste regole aiutano a bilanciare i benefici della presenza dei cani con la necessità di mantenere un ambiente ospedaliero sicuro e sereno.
Se vuoi saperne di più, leggi il nostro approfondimento sul tema >>>La forza della Pet Therapy: il cane offre supporto ai passeggeri ansiosi in aeroporto
Soluzione e compromessi possibili
Quando si tratta di permettere l’accesso dei cani in ospedale è fondamentale trovare un equilibrio tra benefici emotivi e terapeutici.

Alcune possibili soluzioni:
- creazione di aree dedicate: gli ospedali potrebbero allestire spazi specifici come giardiniere o sostanze separate progettate per ridurre i rischi di contaminazione.
- soluzioni tecnologiche per igiene e sicurezza: l’uso dei sistemi di sanificazione rapida e tappeti igienizzanti nei punti di accesso per i cani;
- coinvolgimento di volontari e associazioni: collaborare con organizzazioni che promuovono programmi di Pet Therapy per un accesso sicuro e la supervisione di esperti.
- sperimentazione pilota: avviare programmi prova in alcune strutture ospedaliere per valutare l’impatto dell’accesso dei cani, raccogliendo dati utili per il futuro.
Tali soluzioni, hanno lo scopo di trovare un compromesso tra benefici motivi e psicologici derivanti dalla presenza di cani e la necessità di mantenere alti i livelli di sicurezza e igiene negli ospedali.