Cura del Ragamuffin: spazzolatura, bagnetto, consigli di bellezza

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By Laura Bellucci

Salute dei Gatti

Ecco come prendersi cura al meglio del Ragamuffin, per far sì che questo pelosetto si mantenga sempre bello e in salute.

Cura Ragamuffin
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I felini domestici sono animali molto attenti alla propria igiene personale. Ciò non toglie, tuttavia, che sia necessario il nostro intervento per assicurarci che il nostro amico a quattro zampe sia pulito, sereno e sano. Scopriamo insieme tutto quello che c’è da sapere sulla cura del Ragamuffin.

Cura del pelo del Ragamuffin: spazzolatura e bagnetto

Prendersi cura del mantello del Ragamuffin è fondamentale non solo per una mera questione estetica.

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Spazzolare il micio, infatti, ci permette di eliminare lo strato di pelo morto, districare eventuali nodi, eliminare la formazione di boli di pelo e controllare la presenza di eventuali infestazioni parassitarie, da prevenire con l’applicazione regolare degli antiparassitari.

Come e quando spazzolare la pelliccia del Ragamuffin? Nonostante questo micio sia avvolto da un mantello molto folto e lungo, è sufficiente farlo 2-3 volte a settimana.

Si consiglia di procedere sia nella direzione in cui cresce il manto che contropelo.

Lo strumento più idoneo è una spazzola dalle setole lunghe e morbide, per far sì che questo piccolo momento di routine diventi una vera e propria coccola per il felino.

Affinché il mantello del gatto sia sempre lucente e in salute, è fondamentale anche pianificare con dovizia l’alimentazione del Ragamuffin. Vuoi scoprire tutto a riguardo? Consulta il nostro articolo.

Lavare il gatto: come fare

Affinché le operazioni di cura del nostro Ragamuffin siano davvero perfette, c’è bisogno di fare il bagnetto al micio?

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La risposta è: dipende. Mici giovani e in salute, infatti, si puliscono in maniera completa e accurata autonomamente.

Nel caso di esemplari anziani o reduci da lunghe malattie, invece, potrebbe essere necessario il nostro intervento.

Attenzione alla scelta del detergente, che deve essere specifico per la cute del felino domestico, e alla temperatura dell’acqua.

Una volta insaponato e risciacquato completamente il quattro zampe, inoltre, dovremo assicurarci di asciugarlo totalmente, per evitare che possa prendere freddo e ammalarsi.

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Pulizia di occhi, orecchie e denti

Nella cura del Ragamuffin è fondamentale l’igiene di occhi, orecchie e denti del micio.

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Infatti, è importante rimuovere eventuali secrezioni oculari o auricolari che, sedimentandosi e incrostandosi, potrebbero causare l’insorgenza di infiammazioni o infezioni.

Come fare? Basterà servirsi di una garza leggermente inumidita in acqua tipieda, con cui tamponare gli occhi e le orecchie del gatto.

In alternativa, per rimuovere il cerume potremo anche utilizzare dei prodotti spray disponibili nei negozi specializzati.

In ogni caso, è categoricamente vietato l’impiego di soluzioni non specificatamente formulate per il gatto, che potrebbero causare gravi problemi di salute all’animale.

Anche l’igiene orale del Ragamuffin è fondamentale, per evitare l’insorgenza di patologie come stomatite e gengivite.

Possiamo decidere di lavare i denti del micio con spazzolino e dentifricio per gatti, oppure di distribuire sulla sua dentatura una crema spalmabile dall’azione igienizzante.

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Cura delle unghie del Ragamuffin

Infine, non ci resta che scoprire come prenderci cura delle unghie del Ragamuffin.

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Non sempre è necessario spuntare gli artigli del gatto. Esemplari giovani e attivi, infatti, tendono ad affilarli da sé su superfici come tiragraffi, tronchi e – ahinoi – poltrone.

Qualora, invece, il nostro amico a quattro zampe sia anziano e conduca uno stile di vita sedentario, potrebbe dover essere necessario accorciare le sue unghie, ricorrendo all’aiuto di un apposito tagliaunghie.

In questo caso, dovremo procedere esercitando una leggera pressione sui polpastrelli del micio, in modo da far fuoriuscire completamente l’artiglio.

Dopodiché, bisognerà spuntare esclusivamente la porzione più esterna dell’unghia. In caso contrario, infatti, rischieremmo di ferire l’animale.

Per riconoscerla basterà focalizzarsi sul colore: la zona appare più chiara rispetto al resto dell’artiglio, in quanto non vascolarizzata.

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Laura Bellucci

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