Accumulatore seriale: tratti in salvo 140 cani (FOTO)

Accumulatore seriale: tratti in salvo 140 cani (FOTO)

Un accumulatore seriale di Cerami, Sicilia, teneva gli animali in condizioni orribili, salvati tutti i 140 cani

Cagnolina e cucciolo salvati dal capanno degli orrori (Screen Facebook)
Cagnolina e cucciolo salvati dal capanno degli orrori (Screen Facebook)

Con Animal Hoarding, o Sindrome di Noè, si indica un disturbo che porta, chi ne soffre, ad accumulare in maniera compulsiva un importante numero di animali, non fornendo loro nessun tipo di cure, sostentamento o igiene.

E’ una condizione molto più frequente di quel che si possa immaginare. Il problema sta nel fatto che sia una condizione che porta alla solitudine e ad appartarsi dal mondo civile, quindi è molto difficile individuare questi soggetti e poter intervenire, spesso avviene per segnalazioni di movimenti sospetti o alla morte dell’individuo.

E’ una malattia e come tale va curata. L’intervenire prontamente non solo potrebbe aiutare l’accumulatore ma anche tutti quei poveri animali, che senza colpa, si ritrovano a vivere in condizioni vergognose, senza cibo, aiuto di nessun tipo se bisognosi di cure veterinarie e con la totale assenza di qualsiasi forma di igiene. Uno degli ultimi casi, dove sono stati tratti in salvo 140 cani, arriva dalla Sicilia, dove è stato trovato un “capannone dell’orrore”.

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Salvati i 140 cani dall’accumulatore seriale

Alcuni dei cuccioli salvati dal capanno degli orrori (Screen Facebook)
Alcuni dei cuccioli salvati dal capanno degli orrori (Screen Facebook)

I volontari dell’Enpa, Ente Nazionale Protezione Animali, dopo una prima perlustrazione ha dato il via ad una operazione che ha visto coinvolte varie sezioni della Protezione Animali in Sicilia.

Arrivati sul posto ciò che hanno trovato davanti i loro occhi era qualcosa di terribile. Letame di mucca ricopriva la pavimentazione del capannone. Gli animali erano tenuti in condizioni vergognose, senza cibo, alcun tipo di igiene o qualcuno che si prendesse la briga di portarli dal veterinario quando necessario.

Erano tutti ammassati nella struttura, alcuni animali presenti purtroppo non hanno resistito a quell’orrore. Altri si attaccavano fra di loro. In tutto gli animali salvati sono 140. 140 cani totali tra cui, 80 sterilizzati dei quali 25 femmine portate già da educatori cinofili, mentre i maschi si trovano già presso dei rifugi che li hanno accolti. 60 di loro sono cuccioli e per fortuna la maggior parte ha già trovato una casa che li accolga.

Abbiamo portato via le mamme con i cuccioli e le femmine in procinto di partorire” queste le parole della Tesoriera Enpa, anche Responsabile di Rete Solidale Enpa, P.T.parliamo di oltre 60 cuccioli curati e messi in condizione di essere adottati che oggi hanno trovato quasi tutti una nuova casa“.

P.T. tiene anche a ringraziare la Lai, Lega Antispecista Italia, tutte le sezioni Enpa locali e tutti i professionisti del posto che non hanno esitato a dare il loro contributo per poter aiutare questi animali. Alcuni di loro, come un veterinario locale ha sterilizzato gli animali e offerto uno spazio dove i quattro zampe hanno potuto passare il post-operazione. “Fondamentale anche la disponibilità del Sindaco di Cerami, Silvestro Chiovetta, che ringraziamo di cuore” continua la Tesoriera.

La Presidente Nazionale Enpa C.R. fa sapere che “oggi il capannone dell’orrore è vuoto” aggiungendo che “i cuccioli hanno trovato una casa e stiamo lavorando con gli educatori cinofili per recuperare gli adulti“.

La Presidente spiega anche di come il fenomeno dell Animal Hoarding sia molto più comune di quello che si possa credere e loro ricevono almeno 2 segnalazioni al mese.
C’è un comune denominatore dietro le tante storie di accumulo di animali” continua C.R. “il disagio, il degrado, una piaga sociale che travolge purtroppo anche gli animali che ne rimangono vittime“.

Sono animali che vivono privazioni incredibili, soffrono spesso la fame e non riescono ad essere seguiti” con le parole della Presidente Nazionale Enpa, si conclude il lungo post pubblicato sulla loro pagina social per raccontare l’accaduto “noi li curiamo, ce ne prendiamo carico e nei pochi casi che lo richiedono agiamo anche legalmente“.

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