Allarme abbandoni: sempre più famiglie restituiscono i cani dopo l’adozione

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By Elisabetta Guglielmi

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L’associazione Zampa Trentina racconta l’insostenibile situazione di abbandoni: aumentano le persone che restituiscono i cani dopo l’adozione.

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Cane abbandonato al canile (Foto di Alexa da Pixabay)

Il lockdown dovuto all’epidemia da Covid-19 si è ormai concluso da tempo. In quei mesi nei quali la vita era scorsa con ritmi meno frenetici e tempi più distesi, in molti avevano deciso di adottare un cane o un gatto spinti dal desiderio di occupare il proprio tempo e di trovare conforto a una situazione difficile. Stando a dati dell’Ansa, circa 3,4 milioni di persone tra il 2020 e il 2021 avevano deciso di accogliere un animale domestico nelle loro case. Purtroppo questa situazione sta adesso cambiando. A denunciare il drammatico problema che sta interessando l’Italia è l’associazione non profit Zampa Trentina, nata con lo scopo di aiutare gli animali.

Preoccupante aumento di abbandoni di cani dopo l’adozione

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Cani randagi per strada (Foto di Andrey_and_Lesya da Pixabay)

La referente dell’associazione Zampa Trentina racconta a Il Dolomiti che «da un anno a questa parte, però, i più hanno deciso di “disfarsi” del proprio cane, telefonandoci e giustificandosi nei modi più disparati». La donna spiega come la loro associazione sia sempre riuscita ad aiutare i cani e i gatti provenienti dal sud Italia a trovare una nuova casa. Purtroppo da due anni questo non è stato più possibile dal momento che si sono dovuti occupare di un’emergenza a livello locale che nell’ultimo anno è diventata più preoccupante. Ogni giorno le famiglie che vivono nel Trentino chiamano l’associazione per restituire i loro cani, apportando qualsiasi tipo di motivazioni pur di abbandonare il loro animale.

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La referente prosegue evidenziando come «da tempo ormai moltissimi [stiano] optando per le famose cessioni. Forse sarebbe banale sostenere che in tanti hanno adottato un animale solo per avere una scusa per uscire nei periodi di lockdown, ma è sicuramente vero che l’inattività forzata ha dato l’illusione che chiunque avesse i requisiti per adottare un cane». Con la fine della pandemia sono ripresi i viaggi e gli spostamenti, la diminuzione dello smartworking ha riportato le persone sui posti di lavoro, il tempo libero è nuovamente diminuito e in tanti hanno con leggerezza scelto di liberarsi almeno di un problema: il loro cane.

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L’Ente Nazionale Protezione Animali (noto con l’acronimo di Enpa) ha dichiarato la scorsa estate che l’aumento del 15% delle cessioni di cani e gatti alle loro strutture era dovuto ai problemi economici affrontati dalle persone dopo la pandemia. La referente di Zampa Trentina ricorda però che ogni regione mette a disposizione aiuti economici per chi ha un animale domestico. Almeno in Trentino nessuno dei proprietari che ha deciso di abbandonare il suo cane ha mai richiesto una cessione per problemi economici, perché chiunque avesse voluto avrebbe potuto ricevere dei sussidi. Le scuse utilizzate da chi ha deciso di liberarsi del suo animale, poi, non si rifanno a questi problemi. Forse chiunque prende questa decisione dovrebbe pensare che adottare un cane non è un viaggio di andata e ritorno: il cammino intrapreso con il proprio amico a quattro zampe non dovrebbe mai essere interrotto da un abbandono. (Elisabetta Guglielmi)

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