Animaliste vegane salvano galline dalla violenza dei galli

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By lotta75

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Vegane salvano galline ovaiole 

galline gallo
Animaliste vegane

Una provocazione che ha centrato in pieno l’attenzione della rete. Due animaliste vegane del gruppo “Almas Veganas Animal Sanctuary ENG” hanno diramato un video su twitter con il quale hanno annunciato il salvataggio di galline ovaiole da un allevamento.

Nel filmato, le due donne hanno esposto le loro posizioni, con diverse argomentazioni, tra le quali, una in particolare ha contribuito a rendere virale il video.

“Vogliamo che la galline siano salvate dagli stupri del gallo”.

“Le uova provengono dalle galline”, dice una volontaria, lanciando un uovo a terra, proseguendo che “restituiamo le uova perché sono le sue. In questo caso le uova non vengono fecondate perché abbiamo separato i galli. Abbiamo dovuto separare i galli, perché non volevamo che fossero violentate anche se questo potrebbe essere la loro natura ”.

“Le galline soffrono. Le abbiamo modificate per far loro produrre le uova già a partire da due o tre mesi”, denunciano le volontarie.

Le due animaliste vegane hanno poi voluto spiegare alla rete che hanno effettuato un blitz per mettere in salvo le galline, mettendosi alla ricerca di una situazione migliore per garantire loro “una vita tranquilla e dignitosa”.

Quello che può sembrare una provocazione, in realtà è un tema attuale e molto discusso. Diverse organizzazioni internazionali hanno diffuso delle inchieste shock sugli allevamenti delle galline ovaiole denunciando le condizioni in cui sono condannata a vivere nonché le modalità crudeli con le quali, i pulcini maschi vengono triturati vivi.

Il caso delle due animaliste vegane potrebbe sembrare una posizione estremista che oltrepassa i confini del buonsenso. Una denuncia che vuole essere una provocazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema.

Un movimento contro gli allevamenti in gabbia che violano la dignità degli animali da reddito che sta sempre più prendendo piede, nel segno del rispetto. Tanto che molte catene della grande distribuzione stanno in questi ultimi anni sostenendo prodotti che non provengono da questi allevamenti.

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Ecco il video:

C.D.

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