Botswana: toglie il divieto di caccia agli elefanti

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By lotta75

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Il Botswana sospende il divieto di caccia agli elefanti

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Una notizia passata in secondo piano di fronte alle elezioni europei che hanno tenuto i riflettori accesi. Eppure, si tratta di un tema alquanto fondamentale che riguarda la conservazione delle specie a rischio. Nonostante le pressioni ricevuto sul piano internazionale, il Botswana dopo un divieto di cinque anni, ha  sospeso il divieto della caccia agli elefanti.

E’ quanto annunciato il ministero dell’Ambiente, Conservazione delle risorse naturali e turismo, sottolineando che dopo “ampie consultazioni con tutte le parti interessate”, il governo ha revocato il divieto sulla base del “consenso generale da parte di quelli consultati”.

Il Botswana ha la più grande popolazione di elefanti in Africa, circa un terzo del totale del continente. Tuttavia, il turismo di caccia al trofeo è un settore redditizio che ha sicuramente influito sulla decisione delle autorità.

Già da diversi mesi, le organizzazioni internazionali avevano avviato delle campagne e iniziative come una petizione per bloccare la decisione del Botswana. L’Humane Society International aveva anche evidenziato che “il ripristino della caccia ai trofei e l’avvio degli abbattimenti di elefanti potrebbero danneggiare l’economia del paese”.

La scelta del governo ha sollevato l’indignazione e molte personalità del mondo dello spettacolo stanno ora cercando di boicottare il turismo nello Botswana.

Secondo alcune analisi, la ripresa della caccia, potrebbe anche rilevarsi un tentativo del presidente Mokgweetsi E.K. Masisi a conquistare gli elettori delle zone rurali, prima delle elezioni programmate entro la fine del 2019.

Il divieto di caccia agli elefanti era stato introdotto nel 2014 dal precedente presidente, Ian Khama, molto sensibile al tema della conservazione dell’ambiente, che arrivò anche a fare dichiarazioni controverse come “sparare per uccidere e fermare i bracconieri”. Nel dicembre del 2018, il fratello di Khama, Tshekedi, venne rimosso dal suo incarico a ministro dell’ambiente del Botswana, al termine di un aspro scontro sul tema della caccia agli elefanti, scaturito dopo la pubblicazione di un report dell’organizzazione internazionale Elephants Without Borders. L’organizzazione aveva infatti osservato che nel 2018 era aumentato il bracconaggio nel Botswana.

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Tuttavia, secondo la linea maggioritaria del governo, il divieto di caccia ha portato ad una crescita della popolazione di elefanti ad un tasso diventato insostenibile per le popolazioni locali. I grossi pachidermi sono accusati di mangiare e di rovinare i raccolti, di calpestare i campi e di essere pericolosi a ridosso dei villaggi, causando incidenti mortali.

Inoltre, il governo ha voluto evidenziare le falle del Dipartimento della fauna selvatica e dei parchi nazionali che non si sarebbe organizzato per affrontare questioni riguardanti il controllo della popolazione degli animali, con ritardi nella gestione di animali che rappresentano delle minacce.

In base al nuovo piano, il Botswana mira a ripristinare la caccia “in modo etico e ordinato”, in conformità con le leggi del paese in materia di conservazione della fauna selvatica.

Erik Verreynne, veterinario e consulente veterinario per la fauna selvatica ha infatti cercato di spiegare che “sacrificando 700 elefanti all’anno probabilmente salveremo ne di più”.

Nel paese, ci sono circa 27mila elefanti che vivono al di fuori delle aree protette e che minacciano le aree agricole.

Per questo, chi è a favore della caccia al trofeo, ha sostenuto che questo settore potrà fornire reddito alle popolazioni locali e al contempo sostenere gli sforzi per la conservazione della fauna selvatica.

Al momento, il governo non ha fornito dettagli sul numero di elefanti che potranno essere abbattuti e da quando entrerà in vigore la nuova norma.

Una decisione che fa rabbrividire gli animalisti e gli esperti in conservazione della fauna selvatica. Come riporta il New York Times, Don Pinnock, giornalista e autore del libro “The Last Elephants”, ha ricordato che “un elefante viene ucciso dai bracconieri di media ogni quindici minuti” e che “il Botswana era l’ultimo rifugio per questi elefanti. Improvvisamente quel rifugio sta per dar loro la caccia”.

Si tratta di una “tragedia” ha commentato Pinnock, il quale è del parere che la sospensione del divieto non sia legato al tema della preservazione e tutela degli elefanti, quanto sia invece una manovra politica per attirare consensi da parte della popolazione rurale.

“Il partito sta perdendo rapidamente voti e vuole aumentare il consenso nelle zone rurali permettendo la caccia agli elefanti”, ha affermato Pinnock.

In base ai dati del World Wildlife Fund ci sono circa 415.000 elefanti africani allo stato selvatico, distribuiti in 37 paesi. Si tratta di una specie classificata come “vulnerabile”.

C.D.

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