Un altro caso di bocconi avvelenati, un fenomeno che non si arresta

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By Benedicta Felice

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Un altro caso di bocconi avvelenati. Questa volta è successo a Torino, coinvolgendo il cane di una signora mentre erano nel giardino

Sguardo malinconico (Foto Pixabay)
Sguardo malinconico (Foto Pixabay)

L’allarme per le esche avvelenate, continua. A pochi giorni da un altro caso avvenuto ad Ancona, il problema si ripresenta a Mirafiori sud, un quartiere della città di Torino. L’allarme è scattato in seguito ad una segnalazione lanciata da una residente. Vediamo insieme com’è andata.

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Un altro caso di bocconi avvelenati, questa volta è successo a Torino 

barboncino in giardino (Foto Pixabay)
barboncino in giardino (Foto Pixabay)

Il tremendo fatto è avvenuto questa mattina, coinvolgendo Horus un cane che era a spasso con la sua padrona, Carmen, in un giardino di un quartiere della città. Sembrava un giorno come tanti, e invece, le insidie erano nascoste negli angoli più improbabili. Infatti, in mezzo ad una siepe c’era nascosto un pezzo di wurstel purtroppo con alcuni chiodi presenti al suo interno che inevitabilmente hanno catturato l’attenzione dell’animale. Fortunatamente, la padrona ha riferito che il cane ha gettato il cibo ingerito, postando sui social una foto con che riporta la seguente frase: “State attenti se siete in zona.”  All’appello ha fatto seguito una richiesta al vicepresidente Nucera. Il fine è quello di avere a disposizione altre aree dedicate ai cani che siano più controllate e possano essere utilizzate in sicurezza.

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Qui non sono presenti zone adatte e quelle che ci sono, non sono molte dato che tanti cani si trovano in questo rione. Oggi avrei potuto perdere il mio cane, ma avrebbe potuto essere anche un bambino” ha affermato la padrona del pelosetto. Una situazione molto grave non solo nella città dove si è verificato l’ennesimo episodio ma anche in tutta Italia. Al riguardo infatti, è necessario prestare attenzione ad alcuni semplici accorgimenti che servono a tutelare i singoli animali. La regola principale è quella di fare attenzione alle zone esposte al rischio maggiore di avvelenamento. Le principali sono quelle situate in prossimità delle aziende che si occupano della protezione della fauna o della caccia autogestite, dove gli avvelenatori vogliono eliminare qualsiasi animale considerato come un ostacolo.  Altre insidie possono provenire, ad esempio, dai boschi dove sono nascosti i tartufi e possono spingere i malviventi a compiere azioni illegali e pericolose per eliminare i concorrenti. Lo stesso avviene per i confini delle coltivazioni collinari e montane. Per tutti questi motivi, è utile portare sempre una museruola nel corso delle passeggiate. Poi, è di fondamentale importanza educare i cani a non raccogliere del cibo da terra. Semplici regole che servono ad evitare l’irreparabile. La prevenzione verso simili episodi non è mai troppa.

 

Benedicta Felice

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