Il gravissimo accaduto ci spinge a chiederci cosa c’è che non va nella nostra società: un gatto preso a sassate da alcuni ragazzi è morto.

Un gioco, uno scherzo, un passatempo: ogni definizione che tende a ‘sminuire’ l’atrocità del gesto è come infliggere un ulteriore colpo mortale alla povera vittima a quattro zampe. L’episodio di cui si sono resi indegni protagonisti dei ragazzi nel viterbese ha del demoniaco: un gatto è morto perché preso a sassate da alcuni minorenni all’uscita di una scuola. Il fatto gravissimo ci spinge ad interrogarci sul senso della vita, sulla sua dignità e sulla sua conservazione ma soprattutto sul rispetto che si ha degli animali fin da una tenera età.
Gatto preso a sassate: un atto di atroce (e gratuita) crudeltà
Siamo a Vignanello, nella provincia di Viterbo: un gruppo di ragazzi si è reso protagonista dell’atroce e barbara uccisione di un gatto, ennesima vittima della brutalità giovanile. Non è giusto definirla una ‘bravata’, poiché in gioco c’era la vita di un quattro zampe ed è doveroso interrogarsi sull’atteggiamento dei più giovani, futuro della società.

Insomma la dinamica agli agenti è apparsa piuttosto chiara fin dall’inizio: accanto al corpo esanime dell’animale, ricoperto di sangue e privo di vita, sono stati trovati dei sassi sporchi, coi quali era stato presumibilmente colpito. Teatro della tragedia l’esterno di una scuola nella provincia di Viterbo. Qui la violenza sui felini di strada sta diventando, ahinoi, una brutale consuetudine.
Sono infatti ben 4 i procedimenti pendenti davanti ai Tribunali per minorenni dall’inizio dell’anno in tutto il territorio italiano, segno di una carenza di educazione al rispetto della vita e della dignità degli animali. Quindi non definiamola ‘bravata’, poiché il continuo registrarsi di episodi di violenza simili dovrebbe solo spingerci ad interrogarci sulla futura classe sociale della popolazione.
Gatto preso a sassate: il grido disperato dell’ENPA
La sezione Enpa di Viterbo è stata la prima a gridare giustizia per l’ennesimo gatto morto ma soprattutto a far scattare l’allarme per una situazione divenuta insostenibile: il fatto deve essere trattato con la massima serietà, sottolineando la pericolosità sociale dei soggetti che si sono macchiati di un tale crimine.

Ma da soli non è possibile combattere la devianza giovanile odierna: c’è bisogno della collaborazione di tutti i cittadini, che sono chiamati a gran voce a collaborare denunciando episodi di maltrattamento (se vuoi sapere come e a chi denunciare un reato verso i quattro zampe per episodi di maltrattamento).
Gli animali hanno tutto il diritto di essere rispettati, quindi episodi così gravi di violenza vanno puniti con la massima pena, anche perché tale violenza manifesta potrebbe colpire anche altri esseri umani indifesi. Per questo atti del genere non vanno minimizzati: occorrono risposte educative chiare e segnali di punizione precisi per scoraggiarne altri simili in futuro.
L’avvocato Enpa Claudia Ricci si sta battendo per riconoscere la pericolosità dei protagonisti della vicenda, che non possono e non devono restare impuniti. Bisogna, secondo lei, capire ed interrogarsi sul perché accadano simili episodi e adottare misure cautelative di prevenzione in materia di disagio giovanile.
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Per fortuna la Legge pare essere dalla parte degli animali: la nuova legge sul maltrattamento degli animali prevede pene più dure con la reclusione fino a cinque anni per chi si macchia di simili reati.