Orche a Genova: la mamma cerca il suo cucciolo morto

Orche a Genova: la mamma cerca il suo cucciolo morto

Orche al porto di Genova, un cucciolo è morto. Ministro dell’ambiente emana divieto di transito per proteggerle

orche porto genova

Non tre orche, bensì cinque esemplari nel porto di Genova sul quale si sono accesi i riflettori mediatici, arrivando all’attenzione dello stesso ministro all’ambiente Sergio Costa.

>>Orche avvistate davanti al porto di Genova

Costa ha infatti emanato un’ordinanza con la quale è stato interdetto il transito e l’avvicinamento ai mammiferi, rafforzando al contempo i controlli e il monitoraggio degli esemplari.

La zona è presidiata dalla capitaneria di porto e dai biologi marini dell’Acquario che stanno osservando gli esemplari.

Purtroppo, secondo gli ultimi aggiornamenti, il branco era formato da 4 adulti e due cuccioli, uno dei quali sarebbe deceduto.

Pare che sia proprio per causa della morte del cucciolo, dal quale la madre non si vuole separare, che il branco sia rimasto così a lungo nel porto.

Il pescatore che ha avvistato per primo il branco, Giulio Zemiti, ha affermato che vi erano due cuccioli, mentre i biologi ne hanno avvistato solo uno.

Orca cerca il suo cucciolo morto

“Il desiderio della madre di riunirsi al piccolo scomparso potrebbe spiegare il comportamento di permanenza del gruppo nella stessa zona per un periodo così lungo e in una zona di porto” commenta Guido Gnone, coordinatore scientifico dell’Acquario di Genova. L

La madre sarebbe stata avvistata mentre sorreggeva un cucciolo in difficoltà.

Sarebbe proprio il desiderio di ritrovare il cucciolo a spingere la madre a restare nel porto, sostengono i biologi.

“Sembra proprio che il piccolo di orca nel porto di Genova Voltri sia morto, come purtroppo ci aspettavamo. La madre, però lo porta ancora con sé, come per farlo respirare, un comportamento che è stato osservato spesso nei cetacei. Nel Pacifico una femmina, nota ai ricercatori come Talequah, si portò in giro il suo piccolo morto per oltre due settimane, come se non riuscisse a farsene una ragione. Anche nella zona di studio in Grecia ionica di Tethys, l’Ionian Dolphin Project il nostro collega Joan Gonzalvo ha osservato un comportamento simile nei tursiopi ben due volte. Grazie sempre alla Guardia Costiera per il supporto e a Whalewatch Genova. Ora speriamo che il gruppetto riprenda presto il largo…”.

E’ quanto comunica l’Istituto Tethys, che effettua monitoraggi e ricerche sui mammiferi marini nel Santuario dei cetacei Pelagos, fra Costa Azzurra, Liguria, Toscana e Corsica.

Il caso sta sollevando non poche polemiche e restano ancora un mistero le cause del decesso del cucciolo.

C.D.
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