San Francesco: l’amore di un uomo per il prossimo e gli animali

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By Francesca DM

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Il 4 ottobre si celebra San Francesco D’Assisi. Lui è ancora ad oggi, un esempio da seguire per il suo amore per il prossimo e per gli animali

San Francesco (Foto Pinterest)
San Francesco (Foto Pinterest)

Il 4 ottobre viene celebrato San Francesco D’assisi, patrono d’Italia insieme a Santa Caterina da Siena, e fratello degli animali. Un uomo borghese, che aveva un futuro assicurato se solo avesse seguito le orme del padre, ma ha lasciato tutto, spogliandosi dei suoi averi, per vivere in povertà, aiutando il prossimo e rispettando la natura.

Tutto ha inizio quando, partito per la quarta crociata, arriva a Spoleto dove si ammalò. Trascorsa la notte nella Chiesa di San Sabino, la sua vita cambiò. Più tardi racconterà che quella notte avrebbe avuto delle “rivelazioni” che lo portò a non voler più partire alla volta di Gerusalemme, e così fece rientro ad Assisi.

Qualcosa era cambiato in lui, era sempre più solitario e si ritirava in luoghi isolati per pregare. L’inizio del suo processo verso la persona che tutti oggi celebriamo, ha avuto forse inizio un giorno a Roma. Era lì per il lavoro del padre, ma lui una volto assolto il suo dovere, distribuì il denaro guadagnato dalla vendita delle stoffe, ai poveri. Cambiò le sue costose vesti con quelle di un mendicante e si posizionò davanti San Pietro per chiedere l’elemosina.

Ma l’avvenimento che sicuramente fu importante per la conversione dell’uomo, fu nella Chiesa di San Damiano. Qui racconta di aver sentito parlare il Crocifisso, che gli ripeté “Francesco, va e ripara la mia casa, che come vedi è tutta in rovina“.

Francesco aveva capito la sua via, ma tra lui e l’uomo che sarebbe diventato, si frapponeva il padre, che con vergogna cercava di nascondere al resto della città le “stranezze” del figlio. Credendo che fosse impazzito, e con la speranza di una sua redenzione, lo portò davanti ai consoli per farlo arrestare.

Così Francesco fece ricorso al vescovo. Ci fu un processo, al termine del quale Francesco si spoglio fisicamente e spiritualmente di tutti i suoi averi, per abbracciare la sua nuova fede. Nudo davanti a tutti, il vescovo Guido, lo ricoprì e questo fu il simbolo dell’accoglienza di Francesco nella Chiesa.

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San Francesco un esempio ancora ad oggi per tutti noi

San Francesco e i suoi fratelli animali (Foto Pinterest)
San Francesco e i suoi fratelli animali (Foto Pinterest)

Partito alla volta di Gubbio, qui avvenne la sua piena conversione, come fu lui stesso a raccontare in seguito. Ospitato per qualche tempo da un suo caro amico, rifiutò i suoi costosi abiti e si vesti solo del saio.

Aiutò i lebbrosi nel lebbrosario di Gubbio, avvicinandosi a persone bisognose senza nessuna remora o secondo fine, solo per dare una mano e supporto. Qui si racconta anche che si svolse la famosa vicenda nella quale Francesco ammansì il lupo di Gubbio.

Tra le leggende più conosciute, si narra di un lupo che terrorizzava Gubbio. Provarono a mettere in guardia Francesco, ma lui rispose che l’aggressività del lupo, fosse solo in risposta a quella che gli dimostrava l’essere umano. Lui si rivolse al lupo, riuscendo a calmare la sua ira e far tornare la calma nel paese.

E poi il detto lupo vivette due anni in Agobbio; ed entravasi domesticamente per le case a uscio a uscio, senza fare male a persona e senza esserne fatto a lui” Fioretti, cap.XXI.

Calmata la situazione ad Assisi vi fece ritorno. Passò così i suoi primi anni della conversione, dedito alla preghiera, all’aiuto dei lebbrosi e dei più bisognosi, facendo l’elemosina e lavorando umilmente.

Viveva nella piena povertà ispirandosi a Cristo, vivendo completamente nel modo opposto nel quale si viveva ai suoi tempi, dove si ricercava freneticamente la ricchezza.
Dopo un omelia nel giorno di San Mattia, nel 1208, decise che era giunto il momento di portare la parola di Dio per le strade.

Presto altre persone si unirono a lui, e riuscì a raggiungere anche luoghi fuori dall’Umbria.
Da qui iniziò il suo percorso che lo rese a tutti gli effetti, San Francesco, l’uomo che ancora oggi è fonte di ispirazione per tutti noi.

La sua intera esistenza è stata un inno alla vita. Era in grado di instaurare un dialogo con tutti, uomini e animali. Si racconta che grazie all’innato fiuto degli animali, questi riconoscevano in lui un amico, una persona priva di cattiveria e che non avrebbe mai rappresentato per loro alcuna minaccia. Così si fidavano di lui e mostravano la loro amicizia verso l’uomo.

Si racconta che una volta gli fu offerto in dono un leprotto, che lui prontamente liberò, e l’animale preferì restare accanto a lui piuttosto che fuggire. Per la sua empatia e il grande rispetto che nutriva per gli animali, che chiamava “fratelli”, è fonte di ispirazione ancora ai giorni d’oggi, soprattutto guardandoci intorno e osservando quanta cattiveria possiamo riservargli.

Leggenda vuole che lui sapesse parlare con gli animali, che quelli che riusciva a liberare restassero accanto a lui, quelli ai quali si rivolgeva lo ascoltassero con attenzione, e che nessuno di loro lo avesse mai visto come una minaccia, bensì un salvatore.

Un esempio è il racconto nel quale si narra che San Francesco si avvicinasse ai pescatori che avevano avuto una fruttuosa giornata di pesca, per chiedere loro di liberare gli animali. Uno di loro un giorno gli regalò una tinca, ma Francesco rigettò in mare il pesce, che non si allontanò, ma che rimase vicino a lui in acqua come se giocasse con il Santo.

Famoso il Cantico delle Creature, cantico scritto da San Francesco, ed è il testo poetico più antico della letteratura italiana, del quale sia noto l’autore. E’ una lode a Dio e alla vita. La natura è osannata in quanto in essa vi è riflessa l’immagine del Creatore.

L’ultima leggenda riconducibile alla vita del Santo, narrerebbe gli ultimi istanti della vita dell’uomo. La notte del 4 ottobre nel 1226, si racconta che Francesco vicino alla morte, cantò un’ultima volta il Cantico delle Creature e che le allodole, animali che di solito cantano durante la mattina, si unirono a lui, non lasciandolo solo fino a che Francesco non lasciò questo mondo.

La sua vita, i suoi ideali, ciò che lui rappresenta, non è strettamente e necessariamente legato solo alla religione. E’ un esempio per tutti. E’ rispetto verso gli altri, è amore incondizionato per il prossimo, è libertà da tutto il male che c’è intorno a noi. Anche se il suo operato e le sue decisioni ci sembrano così lontane dalle nostre vite, non dovrebbe esserlo.

Non bisogna abbandonare i propri averi, ma bisognerebbe solamente guardarsi un po’ più intorno. Capire che non siamo soli sulla Terra. Accanto a noi abbiamo altre persone, e non tutte sono fortunate. Ci sono gli animali, che sono esseri meravigliosi che ci donano infinito amore, e soprattutto sono fondamentali per l’intero ecosistema.

E infine, ma non per importanza, c’è la natura. Lei è tutto ciò che ci circonda, e senza di lei noi non esisteremo. Dovremmo avere più rispetto, cercare di ascoltare ma soprattutto, dovremo iniziare ad essere più fatti piuttosto che sole parole.

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F.D.M

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