La storia di Anna e Azzurra: quando lottare equivale ad amare

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By Davide

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La storia della cagnolina Azzurra e di una donna-coraggio di nome Anna: quando lottare equivale ad amare, fino all’ultimo respiro. Una storia che vuole insegnare ad andare oltre le apparenze e vincere le paure adottando chi non è stato fortunata/o nella vita.

Anna Azzurra Storia
Anna insieme ad Azzurra (Fonte Privata)

Nella vita, molto spesso, potremmo usare delle parole in modo polivalente. Nel senso che per ogni parola dovremmo trovare più significati. E questo, perché, alcune storie necessitano la profondità delle parole stesse, che molto spesso sono dei veri e propri macigni che arrivano dritti al cuore e alla bocca dello stomaco. Come la storia della cagnolina Azzurra e di una donna-coraggio di nome Anna. Entrambe portano come iniziale una lettera comprendente anche un’altra parola: Amore. Di come amare può significare, al tempo stesso, lottare fino all’ultimo respiro. Questo ha fatto Anna per la sua cagnolina: ha lottato, l’ha resa felice anche per pochi mesi e le ha donato la vita, aspetti sconosciuti per tutto il percorso della sua stessa vita.

17 anni in canile: la cagnolina Azzurra vede la vita per soli due mesi, ma sono fondamentali

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La cagnolina Azzurra in macchina (Fonte Privata)

Anna Alster, una donna che ha conosciuto il problema del randagismo quando si è trasferita in Sicilia per lavoro. Alla nostra redazione ha dichiarato: “Ho cominciato ad avere cani quando mi sono trasferita in Sicilia e il problema del randagismo mi ha travolto come un treno che transita ad alta velocità. Nel giro di pochi anni mi sono ritrovata ad avere sei cani… Quando vidi il post delle volontarie del canile di Brindisi mi commossi”.

Si capisce subito di che pasta è fatta Anna, ma si capisce ancor di più che il post al quale fa riferimento è quello della cagnolina Azzurra, un’amica a quattro zampe che ha vissuto per 17 anni in canile e che ha conosciuto la vita solo grazie ad Anna, per soli due mesi: “Il destino mi ha messo dinanzi ad Azzurra. Una cagnolina magra come uno spettro e con la testolina storta – afferma Anna – che ha vissuto una non-vita in canile, per 17 anni di fila. Tutto ciò ha prodotto un carattere schivo, non interessato all’interazione con l’essere umano, indifferente ad altri cani”.

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Anna, quando ha preso Azzurra, si trovava a Milano. Arrivò con un carico di problemi non indifferenti e così iniziarono le prime visite e i primi esami. Nell’arco di tempo che la cagnolina è stata con Anna è riuscita a vivere la vita che da sempre sognava, ma le sue condizioni erano davvero precarie e dopo questo periodo di tempo sono del tutto peggiorate.

Per capire cosa si prova, non bastano le parole di un giornalista, che in questo caso si limiterebbe a fare il suo compito. Bisogna lasciare spazio alle parole della diretta interessata, Anna appunto, e far parlare solamente il suo cuore: “Cosa ho provato quando mi sono trovato costretta a portarla dal veterinario per l’eutanasia? Un dolore immenso, per non essere arrivata prima, in tempo”.

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Un’umiltà e un coraggio pazzeschi, questo è Anna e tutte le persone come lei che vanno alla ricerca di quei casi che nessuno vuole vedere, ma che sono lì, dinanzi a noi, tutti i giorni della nostra vita. Anna ha messo in atto un vero e proprio miracolo, dando la possibilità a una cagnolina di assaporare ciò che si può chiamare vita. E il suo senso di colpa, che ovviamente non deve avere, nasconde un grande cuore.

Alla domanda “Lo rifaresti sapendo il risultato finale?”, Anna non esita nel rispondere: “Sì, perché ogni cane ha il diritto di essere amato, anche se per pochi giorni. E lo rifarò sicuramente, giusto il tempo di metabolizzare questo grande dolore”.

Dietro questa storia, aspetto che la stessa Anna ha evidenziato più volte, c’è un argomento da prendere in esame, che urge delle risposte ma anche dei comportamenti da parte di tutti coloro che amano i cani: adottare i più anziani e non fermarsi alle apparenze o non cercare, per forza di cose, il cucciolo da portare ai propri figli. L’ultima parola spetta ancora una volta ad Anna: “Vorrei che le persone facessero una scelta giusta e coraggiosa, e non quella più comoda”. Dietro quest’ultimo appello, c’è il grido di chi lotta e non s’arrende.

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