Test sugli animali: l’Italia indebolisce la legge rimandando il loro divieto

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By Redazione

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Una nuova decisione fallimentare sul divieto dei test per droga e tabacco sugli animali è stata presa in Italia in queste ore.

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Il cucciolo di Weimaraner è triste (Pixabay – Kadisha)

L’Italia ha appena scelto di effettuare una proroga sull’applicazione della legge, già approvata nel 2014, che instituisce il divieto di effettuare test sugli animali relativi allo studio sugli effetti di sostanze appartenenti alla droga e al tabacco. Tale divieto è stato ufficialmente rimandato all’estate del 2025.

Test sugli animali: l’Italia rimanda il divieto imposto dalla legge al 2025

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Cani sottoposti a test (Instagram – LAV)

A nulla, nei fatti, sarebbe servito fino a questo momento l’impegno inizialmente proposto e poi dimostrato nella penisola italiana dalla LAV (Lega Anti Vivisezione). La proposta di vietare le sperimentazioni sugli animali è stata presa in carico dal Ministero Della Salute, nelle annualità precedenti, per poi divenire legge nel 2014 in ulteriore attesa del 2017 affinché i divieti venissero ufficialmente stilati.

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La situazione odierna non è per nulla incoraggiante, date sopratutto le ricerche effettuate, ad esempio negli Stati Uniti, che garantiscono già la possibilità di combattere le dipendenze da sostanze tossiche grazie a uno studio sulle attività celebrali.

In Italia, di risposta, il finanziamento dei test sugli animali continua a essere portato avanti senza scrupoli grazie alla sponsorizzazione della sua indubbia efficacia. La promessa del divieto su tali attività, che privano il mondo animale della loro dignità e diritto alla vita, sarà a quanto pare garantita non prima del 1 luglio 2025.

I danni del consumo di tabacco e di altri agenti tossici, secondo il parere di molteplici associazioni che si manifestano in perenne attività sul territorio per vincere tale battaglia, non possono assolutamente continuare a ripiegarsi senza limitazioni e in maniera ulteriore a scapito dell’esistenza di altri esseri viventi. La denuncia nel frattempo, a nome anche dell’UE, tenta di far sentire la propria voce grazie alle numerose attività e alle ricerche degli attivisti impegnati con tutte le loro forze per far comprendere l’inefficacia e la gravità della vivisezione. L’invito è restare uniti applicandosi, per quanto possibile, alle iniziative proposte.

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È possibile inoltre intervenire singolarmente per accelerare le tempistiche firmando una nuova petizione in scadenza ad agosto 2022. L’obiettivo è quello di raggiungere almeno 1 milione di firme entro le tempistiche stabilite. Nonostante, al momento, l’Italia abbia dimostrato il suo supporto in minima parte rispetto ai cittadini delle altre nazioni europee. (Giada Ciliberto)

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