Truffa a opera di un veterinario: il cane si ammala, ma era tutto previsto

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By Giada Ciliberto

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Il suo cane si ammala poco dopo averlo accolto, ma poi scopre che era già tutto previsto: svelata la truffa a carico di un veterinario. 

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Bouledogue francese sdraiato (Pixabay ElvisClth – amoreaquattrozampe.it)

In seguito ad alcuni più che leciti sospetti avanzati da una donna alle autorità locali, poco dopo la prematura scomparsa del suo nuovo amico a quattro zampe e in circostanze reputata sin dall’inizio come poco chiare, un veterinario è stato denunciato per abuso e truffa. Entrambi i campi d’imputazione sono stati successivamente appurati da mirati controlli e dalle indagini svoltesi sul suo conto.

Truffa a opera di un veterinario: il cane si ammala, ma era tutto previsto

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Bulldog francese a occhi chiusi (Pixabay Mylene2401 – amoreaquattrozampe.it)

La denuncia è partita – in questi giorni di fine dicembre 2022 – dalla regione Toscana. E più precisamente dal comune di Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze. La neo-padroncina di un bouledogue francese aveva dovuto inaspettatamente confrontarsi con degli insoliti sintomi di un acuto malessere, manifestati dal suo esemplare soltanto a pochi giorni di distanza dal suo ingresso in famiglia.

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La donna ha spiegato alle autorità le dinamiche di adozione con cui avrebbe accettato di prendersi cura dell’esemplare, per poi accorgersi – quando era ormai troppo tardi – del suo grave problema.

Innanzitutto l’articolo 640 del codice penale sarebbe stato infranto dal veterinario accusato di truffa dal momento che l’uomo avrebbe lasciato che l’inconsapevole e futura proprietaria dell’animale lo acquistasse in fin di vita pur garantendo sulla sua salute.

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Al di là però del già terribile raggiro a scapito della donna e del povero quattro zampe indifeso, il veterinario in questione avrebbe proposto alla donna di impegnarsi a spendere una somma pari a 1.240 euro per tentare, invano, di salvare il cagnolino, lasciando che questo si spegnesse sotto i suoi occhi. A verifica delle cause del decesso dell’esemplare, rivelatesi poi compatibili con una malattia infettiva (la parvovirosi canina) che aveva intaccato il cucciolo, è stata condotta su di lui un’autopsia da professionisti della Regione.

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Infine, dopo le indagini svolte dalla Forestale e dal Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale Agroalimentare locale, al veterinario è stata contestata anche l’effrazione di un altro articolo del codice penale e che prevede l’abuso di esercizio della sua professione. Il cucciolo, dunque, pare che si sarebbe potuto salvare se il fittizio veterinario non avrebbe sconsigliato alla donna di rivolgersi altrove per le sue visite e trattamenti.

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