Vincenzo e la sua storia: finito per strada e costretto a scegliere tra il suo cane e un letto…

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By Elisabetta Guglielmi

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La triste storia di Vincenzo, l’uomo di 57 anni rimasto senza casa costretto a vivere in strada e a scegliere tra il suo cane Leo e un riparo per la notte. 

Cagnolino nel cesto della bici di un senzatetto
Il legame tra cani e proprietari senza fissa dimora (Screenshot foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Niente rimane costante nel tempo. Da un momento all’altro, senza rendersene conto, la vita che si conosce può cambiare completamente. Così è accaduto a Napoli a un cinquantasettenne che nel giro di pochi mesi ha visto scomparire dalla sua vita tutto ciò che conosceva e a cui era abituato. Vincenzo, questo il nome del protagonista della storia, ha perso prima il lavoro e subito dopo la casa, ritrovandosi a vivere in strada con il suo cagnolino Leo. Né Vincenzo né Leo sono abituati alla vita di strada e ogni serata per loro rappresenta un problema insormontabile.

La storia di Vincenzo: rimasto senza lavoro, deve scegliere tra il suo cane Leo e un riparo per la notte

A raccontare in un’intervista a Kodami questa triste realtà è Loredana Luri, concittadina di Vincenzo che in queste settimane ha cercato di aiutare l’uomo contattando i centri di accoglienza di Napoli che accolgono anche gli animali.

uomo senza fissa dimora insieme al suo cane
Uomo senza fissa dimora insieme al suo cane (Screenshot foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Da quando è stato licenziato, Vincenzo ha dovuto affrontare la perdita degli affetti e della casa. L’unico ad essergli rimasto vicino è Leo, un cagnolino meticcio di due anni. Da quando non ha più un tetto sopra la testa, Vincenzo tutte le sere deve rispondere un quesito difficilissimo: scegliere di passare la notte al freddo e alle intemperie oppure trovare un riparo per se stesso ma lasciare il cagnolino fuori in strada.

I centri di accoglienza per persone senza fissa dimora, infatti, non possono fornire rifugio agli animali ma solo agli esseri umani. Eppure per le persone che vivono in strada o che si trovano in condizioni di difficoltà economica e sociale, la compagnia di un cane o un gatto rappresenta l’unico appiglio per sentirsi ancora in vita.

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Neanche Vincenzo può accettare di separarsi dal suo cagnolino. Eppure nei centri di accoglienza non ha la possibilità di far dormire con sé Leo. Alcune delle strutture che ospitano le persone senza fissa dimora danno la possibilità di far dormire al coperto anche gli animali purché però questi siano in grado di adattarsi al contesto.

uomo senza fissa dimora
La storia dell’uomo che deve scegliere se stare con il suo cane in strada o passare la notte nel centro di accoglienza (Screenshot foto Canva – amoreaquattrozampe.it)

Mentre i cani che vivono insieme ai proprietari clochard sono abituati al movimento e alla presenza di molte persone, nel caso di Leo non è così. Il cagnolino ha da sempre vissuto in casa e non riesce ad abituarsi alla vita in strada. Microchippato, di taglia piccola ed estremamente vivace, Leo è il classico cagnolino da appartamento che abbaia agli sconosciuti.

Loredana Lauri ha raccontato che Leo «Anche se è socievole e abituato a lasciarsi manipolare, è molto reattivo e durante la prima notte trascorsa nel centro di accoglienza questo si è rivelato un problema». La donna ha spiegato che «È stato proposto a Vincenzo di lasciare Leo in giardino durante la notte, una eventualità che lo spaventa molto sia perché prova ansia nel momento del distacco, sia perché teme che possa succedergli qualcosa non essendo abituato a dormire all’esterno, soprattutto da solo».

Vincenzo è quindi costretto a scegliere se passare la notte al centro di accoglienza e avere un pasto caldo rinunciando al cagnolino, oppure restare con Leo sul marciapiede davanti alla stazione di Napoli. Purtroppo la storia di questo cittadino napoletano non è un unicum. Proprio per questo motivo, per Vincenzo, per Leo e per tutte le persone nelle loro condizioni, Loredana Lauri ha rivolto un appello affinché chiunque abbia una soluzione possa aiutarli, contattandola al numero: +39 329 973 8054. (di Elisabetta Guglielmi)

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