Come capire se il cane ha la rabbia: ecco quali sono i sintomi di questa malattia, in quale Paese è maggiormente diffusa e in che modo è possibile curarla.

Una delle malattie trasmissibili dagli animali agli esseri umani più pericolosa è la rabbia, che ogni anno miete migliaia di vittime. Si tratta di una malattia virale causata da alcuni virus del genere Lyssavirus, diffusa ed endemica in alcune famiglie di mammiferi, tra cui spiccano canidi e pipistrelli. Cani, volpi, lupi sono quindi tra i principali animali che trasmettono la rabbia. Anche se ormai è quasi scomparsa in molti Paesi europei grazie alla vaccinazione e al controllo del randagismo, in molte aree del mondo questa malattia rappresenta ancora un rischio concreto. Ma quali sono i sintomi ed è possibile curarla? Ecco qualche informazione al riguardo.
Che cosa è la rabbia, informazioni su questa malattia: quali sono i sintomi, dove è diffusa e come curarla
La rabbia è un caso di zoonosi, ovvero un’infezione che può essere trasmessa dal paziente a quattro zampe malato ai suoi umani. Si tratta di una malattia infettiva causata da un virus appartenente alla famiglia Rhabdoviridae del genere Lyssavirus che infetta tutte le specie di mammiferi, uomo incluso. Il virus si trasmette attraverso la saliva di animali infetti, in particolare tramite morsi o graffi. Oltre il 99% delle persone contagiate dalla rabbia sono state morse da cani malati.

Le fasi della rabbia
Una volta penetrato nell’organismo, il virus si muove lungo i nervi periferici fino al sistema nervoso centrale, dove provoca una forma acuta di encefalite. Da lì, migra verso le ghiandole salivari, pronto a essere trasmesso a un nuovo ospite. La malattia si sviluppa in una fase iniziale che dura dai due ai tre giorni, durante la quale il cane può apparire nervoso, irrequieto o silenzioso, con febbre e perdita di appetito. Segue una seconda fase che dura da uno a sette giorni e che è quella più drammatica e si manifesta nell’incontrollabile aggressività del cane, affetto da ipersalivazione, allucinazioni, paura dell’acqua e della luce. Questa fase dura da uno a sette giorni. L’ultima fase è quella in cui il virus danneggia i nervi motori, portando alla paralisi progressiva delle vie respiratorie e alla morte.
I sintomi della rabbia
Dopo il contatto infetto, il virus ha un periodo di incubazione che varia da alcune settimane fino a diversi mesi. I primi segnali sono generici, manifestandosi in febbre, mal di testa, dolori muscolari, formicolio. Quando il virus raggiunge il cervello compaiono sintomi neurologici gravi dall’idrofobia (che si manifesta nella paura e difficoltà a deglutire l’acqua), alle allucinazioni e alle convulsioni.
Come curare la rabbia
Purtroppo, la rabbia non è più curabile dopo la comparsa dei sintomi, né negli animali né negli esseri umani. Per questo è fondamentale agire subito prima che il virus raggiunga il sistema nervoso. In caso di morso, bisogna agire subito disinfettando la ferita con acqua e sapone per almeno 15 minuti, per poi disinfettare con iodio povidone o alcol. Raggiungere subito l’ospedale dove verrà attivata la profilassi post-esposizione (PEP) che consiste in una serie di iniezioni di vaccino antirabbico e immunoglobuline antirabbiche.
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Dato che la cura della rabbia è complessa e non sempre efficace, il modo migliore per combattere questa malattia è prevenirla con i vaccini. La vaccinazione antirabbica nei cani è obbligatoria in molti Paesi, anche per i viaggi all’estero. Per quanto riguarda gli esseri umani, i viaggiatori verso zone ad alto rischio possono vaccinarsi preventivamente.
I Paesi in cui la rabbia è maggiormente diffusa
La rabbia canina continua a uccidere ancora oggi nei Paesi in cui l’accesso ai vaccini è limitato e le informazioni scarseggiano. Ogni anno si registrano circa 59.000 morti per rabbia, di cui il 40% riguarda bambini e ragazzi sotto i 15 anni. Le zone rurali sono le più colpite, dove la copertura vaccinale è bassa e l’accesso alla profilassi post-esposizione è limitato. La rabbia è endemica in più di 150 Paesi, con una maggiore diffusione nell’Africa subsahariana, nell’Asia meridionale e sudorientale (India, Filippine, Indonesia, Thailandia), nell’America Centrale e in Sudamerica (inclusi Perù, Bolivia, Haiti). Nei Paesi europei questo virus è ancora diffuso nella fauna selvatica, trasmesso da volpi, pipistrelli e procioni.
Vaccini per altre malattie pericolose per i cani

Elencare quali sono i cani che si ammalano con meno probabilità è piuttosto complesso. Le condizioni di salute, infatti, dipendono non solo dagli aspetti genetici ma anche da altri elementi della vita di ciascuno, come ad esempio la routine, l’alimentazione, le condizioni psicologiche.
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Secondo quanto evidenziato dai veterinari, si può considerare che, tendenzialmente, le razze che si ammalano meno sono per la maggior parte quelle che, durante il processo di selezione da parte degli esseri umani, hanno avuto meno incroci con consanguinei. Negli ultimi tempi è stato predisposto un nuovo schema vaccinale per il quattro zampe che pone particolare attenzione alla reale situazione epidemiologica di ciascuna regione geografica.
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Secondo studi recenti malattie come il Cimurro, l’Epatite infettiva e la Parvovirosi hanno una minore incidenza, mentre è stato notato un incremento della Leptospirosi e della Leismaniosi. Il cimurro canino e la parvo virosi sono malattie estremamente pericolose. Il cimurro è una malattia infettiva che colpisce principalmente il sistema respiratorio, digestivo e nervoso.

La parvo virosi canina, conosciuta anche come gastroenterite trasmissibile, è una malattia infettiva di origine virale che colpisce principalmente i cani. Il parvovirus provoca una grave enterite emorragica, colpendo e distruggendo l’intestino. I sintomi si manifestano in febbre, anoressia e depressione, vomito, forti dolori addominali e diarrea con sangue nelle feci.
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Non sempre è semplice comprendere cosa gli animali domestici stiano pensando o quali sono le ragioni del loro modo di comportarsi. Per questo è beneessere sempre attenti allo stato di salute dei quattro zampe per capire subito quando può esserci un problema fisico o psicologico. Sono tanti gli errori che potrebbero essere commessi dai pet mate, per questo è sempre bene consultare i veterinari soprattutto per quanto riguarda le eventuali malattie a cui potrebbero andare incontro i cani. (di Elisabetta Guglielmi)