Il gatto può mangiare la pera? Rischi e benefici di questo frutto

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By Antonio Scaramozza

Alimentazione Gatti

Il gatto può mangiare la pera? Ecco tutto ciò che occorre sapere sui rischi e benefici per il piccolo felino legati al consumo di questo frutto.

Il gatto può mangiare la pera? (Foto Adobe Stock)
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Si sa, i nostri piccoli amici a quattro zampe riescono a farci sentire in colpa meglio di chiunque altro. Il momento preferito? Quello della pappa. Quando facciamo uno spuntino tra le mura di casa, è quasi impossibile non avere addosso gli occhi imploranti dei nostri piccoli pelosetti. Ma, spesso e volentieri, per la loro sicurezza, non possiamo condividere con loro il nostro pasto; è sempre necessario informarsi prima se si tratta di un alimento non nocivo per il loro organismo. Ad esempio, il gatto può mangiare la pera?

La dieta ideale del gatto

gatto si lecca i baffi
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Il gatto ha delle esigenze nutrizionali specifiche, che si differenziano in maniera significativa da quelle degli esseri umani. Il piccolo felino è un carnivoro obbligato, e la carne deve costituire la colonna portante della sua alimentazione.

Certo, vi sarà capitato più volte di sgranocchiare uno spuntino, seduti sulla poltrona del salotto, e vedere spuntare da qualche angolo il vostro micio ad implorare, con sguardo e miagolii, la sua razione di cibo.

Ma la cosa più saggia da fare, se non si sa nulla riguardo l’effetto che l’alimento potrebbe avere sul suo organismo, è quello di declinare, seppur a malincuore, le sue richieste pressanti. L’alimentazione del gatto deve essere costituita, per il 90%, di sola carne. Lo spazio residuo per tutti gli altri alimenti è davvero limitato. E la frutta che posto ha nel menù del micio?

Il discorso relativo ai frutti è piuttosto particolare; si tratta di una categoria di alimenti di cui il gatto, in natura, fa totalmente a meno. Dunque non sono assolutamente indispensabili per il suo organismo. Eppure a chiunque sarà capitato di vedere il piccolo felino mangiare, almeno una volta, un pezzo di frutto.

La ragione è semplice; la convivenza, fianco a fianco, tra il gatto e l’essere umano, talvolta porta il pelosetto ad assaggiare nuovi cibi, che il gatto selvatico non avrebbe possibilità di fare. Ma questo non ha cambiato nulla del DNA del piccolo felino, che rimane un cacciatore e carnivoro obbligato.

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Il gatto può mangiare la pera?

Frutta vietata al gatto (Foto Adobe Stock)
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Dunque come comportarsi con la frutta? Si tratta di un cibo non indispensabile per il nostro pelosetto. È assolutamente normale che non ne mangi; tuttavia, laddove sia portato a voler provare, magari mentre fate uno spuntino, il gusto di un frutto, non c’è nulla di male a fargli assaggiare un pezzo; purché non si tratti di frutti vietati al gatto.

Dunque veniamo al quesito principale cui vuole rispondere l’articolo: il gatto può mangiare la pera? La risposta è positiva, ma le specificazioni, e le controindicazioni sono davvero molteplici.

Il fatto che il micio possa mangiare la pera significa che il frutto non risulta essere velenoso per il suo organismo. Attenzione però, parliamo della polpa; i semi vanno sempre e comunque evitati, in quanto contenenti piccole dose di cianuro, innocue, data la quantità, per un essere umano, ma potenzialmente fatali per un gatto.

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D’altronde il problema dei semi è sostanzialmente comune ad ogni frutto. Attenzione anche alle quantità di polpa di pera somministrata al micio. Il frutto contiene molte fibre, ed è un antitumorale naturale; tuttavia dato in eccessiva quantità può creare disturbi gastrointestinali, tra cui la diarrea nel gatto.

Non dimentichiamo inoltre, le ordinarie cautele da adottare in tema di alimentazione: se il gatto non ha mai assaggiato una pera, somministrategliene un piccolo pezzettino, in quanto potrebbe essere allergico. Dopo il primo assaggio, monitorate per qualche minuto lo stato di salute dell’animale.

Il gatto può mangiare la pera sporadicamente, sempre nel corso di un piccolo spuntino durante la giornata. Se invece, dopo aver ingerito il frutto, mostra segni di malessere, non esitate a contattare il vostro veterinario di fiducia.

Antonio Scaramozza

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