Grandi novità sulle nostre tavole: gli italiani non vogliono mangiare più carne di cavallo perché si tratta di un animale d’affezione.

Non ne vedremo più sulla nostra tavola perché questo animale ormai è considerato un animale da compagnia, alla pari degli altri suoi simili di altre specie. Il risultato di un report recente parla chiaro: gli italiani non vogliono più mangiare carne di cavallo e ne consumano sempre meno. La percentuale in meno dei consueti consumatori parla chiaro: ora il cavallo è un animale d’affezione e di sicuro non può essere destinato alla macellazione. Una vittoria per animalisti e non.
Gli italiani non vogliono più mangiare carne di cavallo: il report
Animal Equality ha condotto un’indagine sul consumo attuale di carne equina in Italia e il risultato è stato netto: ben l’83% della popolazione ha smesso di portare in tavola la carne di cavallo. Non è più considerato uno dei quei pasti irrinunciabili nella dieta dei bambini, perché ricca di ferro. E il consumo sembra essersi abbassato tanto notevolmente non per la scarsa considerazione della sua carne, bensì per il valore affettivo che ha ormai assunto l’equino come animale d’affezione.

Ovviamente le percentuali alla base di questa scelta donano un’idea più chiara:
- il 44% non è interessata a consumarla,
- il 42% sostiene di non riuscire a pensare alla macellazione di questo animale,
- il 31% non la consuma per motivazioni etiche verso un animale d’affezione.
Anche tra gli stessi consumatori di carne di origine animale, solo il 17% di essi consuma ancora carne di cavallo almeno una volta al mese.
Gli italiani non vogliono più mangiare carne di cavallo ma hanno un triste primato
Se in Italia il consumo di questa carne si è abbassato, siamo tuttavia la prima nazione al mondo per la sua macellazione: circa 17mila esemplari sono stati macellati solo nel 2024. Inoltre il Paese è primo per l’importazione di questo alimento nel mondo. Sebbene quelli che ancora ne mangiano, lo fanno convinti che sia un alimento sano e soprattutto sicuro, il sistema della sua macellazione è assolutamente inaffidabile.
Forse non tutti conoscono la differenza tra cavalli DPA (destinati alla produzione alimentare) e non-DPA che, a differenza dei primi, sono trattati con farmaci che rendono non consumabile la loro carne. Eppure la selezione non sembra essere così ‘rigida’: il sistema di controlli su questi cibi ha gravi mancanze e il rischio per i consumatori è molto alto.
Infatti il pericolo è quello di consumare carne equina che non proviene da allevamenti ufficiali, con scarsa chiarezza sulla sua provenienza e affidabilità: in questo modo si alimenta il commercio clandestino di questo prodotto.
Stop alla macellazione equina!
Si spera nello stesso provvedimento che la Grecia ha già preso nel 2020: stop alla macellazione dei cavalli, che comprende il divieto di allevamento, utilizzo ed esportazione della carne equina. La Animal Equality sta portando avanti la sua campagna anti-macellazione dei cavalli, raccogliendo finora quasi 200mila firme.
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Ma quali sono le zone italiane dove maggiormente si consuma questo alimento? In particolare in Sicilia, nella zona di Catania (sotto forma di bistecche e polpette) e in Puglia, dove è consumata sia cruda sita sotto forma di salsicce.